Dopo lo sciopero di mercoledì scorso, lavoratori di Fincantieri di nuovo in piazza "per rispondere alle pesanti provocazioni dell'azienda che ha dichiarato incomprensibili e controproducenti le azioni di mobilitazione di questi giorni in contrasto alla proposta di contratto integrativo. Dentro alla proposta dell'azienda l'assenza del ribaltamento a mare diventa l'ennesima giustificazione per considerare Sestri Ponente un cantiere di serie B, non affidandogli una missione produttiva all'intero del Gruppo". Lo scrive la Fiom Cgil in una nota annunciando lo sciopero e il corteo che da piazza De Ferrari è giunto davanti alla prefettura.
"La direzione di Fincantieri ha comunicato alle organizzazioni sindacali e alle Rsu degli stabilimenti del gruppo che 'dal 1 aprile cesseranno gli effetti retributivi e normativi del contratto integrativo' firmato nel 2009". Lo afferma Bruno Papignani, responsabile Fiom per la cantieristica. "Il contratto - spiega il sindacalista in una nota - era stato prorogato fino al 31 marzo 2015 in attesa di un nuovo accordo. Nessuna nuova proroga, quindi, come reazione alla bocciatura da parte dei lavoratori delle proposte aziendali su turni, retribuzioni, appalti".
Una bocciatura resa evidente non solo dalle distanze emerse al tavolo negoziale ma anche dagli scioperi di questi giorni. Proteste che continuano con scioperi e cortei a Sestri Ponente (manifestazione in piazza De Ferrari a Genova) e a Palermo. "Se così facendo il dottor Bono pensa di puntare una pistola alla tempia dei lavoratori e di ricattarli, sappia che si sta sbagliando. Nel pieno di una trattativa sindacale, Fincantieri, azienda pubblica, cade in reazioni scomposte arrivando ad affermare che porterà le produzioni all'estero se i lavoratori non accetteranno di lavorare gratis o di comprimere il salario. E nega la proroga, che avevamo chiesto e che qualunque azienda di buon senso concederebbe, del contratto integrativo in scadenza", conclude Papignani.
I SINDACATI - "E' inaccettabile e incomprensibile che un'azienda pubblica decida di presentare un piano di ristrutturazione, mascherandolo dietro il rinnovo del contratto integrativo, che indica più appalti, più esternalizzazione, tagli dei salari, dei permessi, delle ferie e aumento della flessibilità degli orari". Bruno Manganaro, della Fiom Genova, ha riassunto così le motivazioni dello sciopero dei lavoratori di Fincantieri di Sestri Ponente che dopo un presidio hanno incontrato il prefetto Fiamma Spena. "Da domani - spiega Manganaro - ci sarà un taglio dei salari dei lavoratori da 90 a 120 euro, e di conseguenza senza i premi di produttività anche i lavoratori lavoreranno meno. Quindi questa mossa rappresenta un danno per i lavoratori ma anche per l'azienda stessa".
Sul tavolo anche la questione del ribaltamento a mare dello stabilimento di Sestri Ponente, "essenziale per rendere più efficiente il cantiere". "Al prefetto chiediamo che si attivi per il ribaltamento a mare - sottolinea Alessandro Vella, Segretario Fit Cisl Liguria - che è legatissimo all'integrativo aziendale perché senza questa infrastruttura Sestri Ponente rischia di non essere competitivo anche nei confronti degli altri cantieri italiani".
Al prefetto i sindacati hanno chiesto di farsi portavoce nei confronti del governo dei dubbi che ci sono ancora attorno a questa infrastruttura. "C'è un rimpallo di responsabilità tra il Ministero dell'ambiente e l'autorità portuale - ha sottolineato Antonio Apa, segretario Uilm Liguria - e noi aspettiamo che si definisca, finalmente, il bando di gara".
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Sciopero e corteo di Fincantieri: "Non ci faremo ricattare"
Fiom: "Contro le pesanti provocazioni dell'azienda"
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