
Le indagini sono nate da controlli nel mondo dell'agricoltura inguaina che aveva portato ad identificare una novantina di braccianti che lavorano nei campi. Nell'ambito di questa attività è scaturito un secondo filone d'indagine che ha portato a scoprire un sodalizio criminale operante nella zona di Alassio che simulava l'assunzione di badanti, anche qui per ottenere il permesso di soggiorno, ai quali venivano chieste per la pratica somme fino ad ottomila euro ciascuno.
In questa tranche sono state indagate cinque persone tra cui anche alcuni "caporali" che avevano il compito di reclutare i lavoratori nel paese d'origine. Il business ruotava attorno a finti contratti di lavoro per favorire l'immigrazione clandestina, braccianti che beneficiavano della disoccupazione pur continuando a svolgere attività in "nero" o che pur non lavorando risultavano assunti per maturare l'indennità.
IL COMMENTO
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