politica

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1 Come farete a mantenere sotto controllo i conti della sanità?
Risposta difficile: bisognerebbe avere prima in mano conti affidabili e leggibili, spurgati dalle varie consulenze, appalti e subappalti, che ne rendono difficile la lettura. In ogni malattia, (parlando di sanità sembra un paragone opportuno…), prima si fa la diagnosi e poi si sceglie una terapia adeguata. Sia per la “diagnosi”, sia per la “terapia” è necessario il supporto di un “pool” di esperti giacché la sanità è la voce principale del bilancio regionale. In questo caso la parola chiave e vincente per tenere sotto controllo i conti è sicuramente trasparenza: la trasparenza dei dati permetterà di tagliare le voci di spesa inutili o eccessive o inappropriate, esercitando un controllo capillare a tutti i livelli di spesa. Analogo criterio andrà utilizzato sia per le gare di prodotti, farmaci o presidi sia per quelle di opere o appalti.

2 Come risparmierete? Taglierete alcuni costi? Per esempio alcune piccole strutture?
Non credo che il problema siano le piccole strutture ospedaliere, e i vari consigli regionali che si sono succeduti le cui rappresentanze gridano alla razionalizzazione non hanno mai voluto, per motivi clientelari, mettere mano ad una razionalizzazione vera dei presidi sanitari sul territorio. Peraltro inutile e dannosa. Ogni territorio ha bisogno di ospedali locali di riferimento, ma non ha sicuramente bisogno di ospedali finti che semplicemente trasferiscano i Pazienti verso i Centri maggiori.

E’’ tuttavia evidente che alcuni interventi andranno fatti sia per migliorare i servizi per l’Utenza sia per ridurre le spese, eventualmente riconvertendo qualche struttura al riabilitativo o alle cure intermedie o sopprimendo in via definitiva presidi già in corso di smobilitazione. Ma soltanto quando la rete dei trasporti sarà in grado di fornire il servizio necessario. Quindi prima si opera sul trasporto pubblico, efficientandolo, poi si pensa ad eventuali razionalizzazioni. Queste riconversioni devono andare di pari passo con il potenziamento dei Servizi Ambulatoriali sul territorio, attualmente estremamente carenti e limitati, e coinvolgendo di più i Medici di Base.

Relativamente a Genova e Provincia ritengo che sia un falso problema l’Ospedale degli Erzelli, creato ad arte per occupare un’area oggetto di speculazione politica: la realizzazione di un Ospedale agli Erzelli verrebbe ad assorbire risorse eccessive per le casse regionali, forse tutte le risorse, impedendo una più capillare ed efficace riorganizzazione. In più l’area degli Erzelli è scomoda e lontana dall’abitato. Per non dire che la zona degli Erzelli andrebbe comunque prima bonificata. Quello che manca è semmai un potenziamento delle strutture già esistenti nel Ponente, Sampierdarena, Voltri e una struttura ospedaliera dignitosa nell’entroterra, o prospiciente all’entroterra, collegata con la rete del 118 alla realtà delle varie vallate: senza creare nulla di nuovo, sarebbe possibile potenziare l’esistente, ad esempio l’Ospedale di Pontedecimo.

Per il Galliera è stato recentemente approvato un progetto assolutamente inaccettabile, spesa di denaro pubblico per una struttura privata che funziona benissimo. Basta fare un tour della struttura per scoprire che reparti di degenza già perfettamente equipaggiati e funzionanti sono stati trasformati in reparti ambulatoriali, mentre all'utenza vengono messe a disposizione stanzacce, vere e proprie camerate con risibili paratie separatorie V che non permettono privacy, mal equipaggiate e fredde per via dei soffitti troppo alti.

Parimenti, le impalcature messe in bella mostra non sembrano a norma di sicurezza (ci sono spazi che permettono la caduta di eventuali calcinacci mai pervenuti) né pare sia comprovata la necessità stessa delle impalcature: se è un problema di intonaco basta fare manutenzione, non spendere centinaia di milioni per rifare la struttura, basta mettere a norma le strutture senza scala antincendio, costruendola, senza demolire e costruire ex novo. Visitando le strutture pare davvero ci sia la volontà di giustificare un'opera ingiustificabile, operazione che crea disagio fra i degenti e che tende a risolversi con l'ennesimo spreco di denaro pubblico.

Un grosso problema è anche San Martino-Ist da troppo tempo lasciato a logiche di improvvisazione: basti vedere la sequenza dei Padiglioni chiusi o sotto-utilizzati e in stato fatiscente, la Clinica Chirurgica abbandonata (eppure era una delle strutture più nuove), il DIMI abbandonato (non da molti anni in parte ristrutturato), la Clinica Neurologica ed altri edifici in viale Benedetto XV. La voragine, come ho già detto, in largo Rosanna Benzi, ovvero quel parcheggio sotterraneo progettato e mai terminato, dove sono finiti i soldi dei Contribuenti, è l’emblema di questo Ospedale male amministrato, in parte fagocitato dall’Università ed incautamente fuso con l’IST, con perdita reciproca.

Anche i due progetti in itinere, il nuovo Centro Analisi nelle ex Cucine centrali ed un tunnel di collegamento tra il Padiglione 40 e i fondi della Specialità, andrebbero riconsiderati alla luce del flop del parcheggio e dei costi eccessivi. Tutto l’Ospedale, nel suo insieme, andrebbe affidato ad un “pool” straordinario di esperti (medici, architetti, ingegneri), sottraendolo all’improvvisazione degli attuali amministratori, con un occhio di riguardo al Pronto Soccorso e ai bisogni dei Cittadini di domani.

3 Che cosa volete fare per frenare le fughe di pazienti in altre regioni?
Le fughe di Pazienti in altre regioni nascono dall’improvvisazione gestionale e programmatica degli attuali amministratori e politici in materia sanitaria, improvvisazione perpetrata da anni. La presenza della politica nella sanità, con valutazioni finto-meritocratiche, crea reparti e responsabili di strutture non qualificati. I risultati sono sotto gli occhi di tutti (un esempio la perdita del prof Bacigalupo per l’Ematologia genovese e le penose vicende del Centro Trapianti del prof Valente). Solo dopo anni di buon governo sarà possibile recuperare i danni fatti dalla politica sulla nostra rete ospedaliera, sia in termine di immagine, sia in termini di qualità.

4 Come eliminerete le liste d'attesa?
Le liste di attesa nascono nei servizi (radiologia o endoscopia, ad esempio) o nelle branche specialistiche. La lista di attesa può essere creata ad hoc per stimolare una trasmigrazione verso il privato organizzato. Tutto ciò che è privato dovrebbe essere a pagamento e per questo sono intollerabili alcune disposizioni recenti, quale la legge sull’attività libero-professionale dei primari, voluta dal PD, ai quali è permesso di lavorare addirittura in concorrenza con l’ente di appartenenza. Dovrebbe esistere tuttavia un vero organismo di controllo che interviene nel caso in cui l’attesa superi un livello soglia.

5 Come risolverete il problema dell'intasamento dei pronto soccorso genovesi?
Questo è un problema molto serio, che può riguardare ogni Cittadino, ma mai organizzato dalle varie amministrazioni. Ancora recentemente abbiamo sollevato il problema sia per il Pronto Soccorso Medico di San Martino 1° piano, girone infernale dantesco in cui si accalcano nella più completa promiscuità, malati di ogni sesso, età, gravità, e per la Chirurgia d’Urgenza, oggetto di recenti polemiche per la nomina politica ad personam del Responsabile.

Per molti pronto soccorso genovesi, ad esempio San Martino, il problema è anche strutturale, giacchè la struttura del 1964 nasceva già allora insufficiente e provvisoria e le varie ristrutturazioni sono state sempre limitate (cattiva collocazione dell’Attesa Assistita e delle Sale di Visita, dell’OBI dei Letti Monitor, del Punto di Rianimazione). Per assurdo il più organizzato è l’ Ambulatorio Codici Bianchi, che non dovrebbe tuttavia esistere trattando casi minori, impropri, che non dovrebbero neppure intasare il Pronto Soccorso, ma essere reinviati ai Medici di Famiglia.

Il problema tuttavia è anche amministrativo e dovrebbe comportare la nomina di nuovi responsabili, un migliore collegamento in rete con altri ospedali regionali e il 118, uno sblocco del turnover di Medici e Infermieri in questo specifico settore, un miglior impiego dei Medici Specializzandi in appoggio agli strutturati.

6 Come sistemerete la rete ospedaliera genovese e ligure? Quanti e quali ospedali?
Questa è la FOTOGRAFIA dell’ESISTENTE:
USL 1 – Imperiese:
Osp. S.Charles di Bordighera (circa 80 letti)
Osp. di Sanremo (circa 220 letti)
Osp. di Imperia (circa 230 letti)

USL 2 - Savonese
Osp. di Albenga (circa 110 letti)
Osp. S.Corona di Pietraligure (circa 360 letti)
Osp. di Cairo Montenotte (circa 45 letti)
Osp. S.Paolo di Savona (circa 400 letti)

USL 3 – Genovese
Osp. di Arenzano (circa 100 letti) prev.riabilitativo
Osp. di Voltri/Evangelico (circa 100 letti)
Osp. di Sestri Pon. (circa 90 letti)
Osp. Villa Scassi di Sampierdarena (circa 375 letti)
Osp. Pontedecimo (circa 60 letti)
Osp. Evangelico Castelletto solo D.H./D.S.
Ispri Maugeri Nervi (circa 60 letti) riabilitativo

GALLIERA (circa 365 letti)
San MARTINO-IST (circa 1315 letti)
GASLINI (circa 335 letti)

Cardiovascolare Camogli (circa 70 letti) riabilitativo

USL 4 - Chiavarese
Osp. di Rapallo (circa 100 letti)
Osp. di Lavagna (circa 170 letti)
Osp. di Sestri Lev. (circa 115 letti)

Villa Azzurra Rapallo (circa 70 letti)

USL 5- Spezzino
Osp. S.Andrea di La Spezia (circa 295 letti)
Osp.Felettino La Spezia (circa 43 letti)
Osp. di Sarzana (circa 190 letti)

I due piccoli Ospedali dell’entroterra (Cairo Montenotte e Pontedecimo) andrebbero invece potenziati. Le precedenti amministrazioni , temendo di perdere elettori, pur conoscendo il problema, non hanno portato a termine una razionalizzazione della rete ospedaliera. Chiudere un piccolo Ospedale e potenziarne un altro nell’area può migliorare il servizio e risparmiare risorse ma soltanto garantendo un servizio pubblico dei trasporti realmente efficiente.

7 Un problema é relativo al rapporto tra servizio sanitario pubblico e sanità privata. In Lombardia, Toscana ed Emilia convivono tutti e due e benissimo. La sanità privata interviene in regime di convenzione laddove quella pubblica non ce la fa. Che cosa intendete fare?
Questo problema non dovrebbe esistere, fonte com’è sia di speculazioni sia di interessi privati. La sanità privata interviene infatti laddove quella pubblica non ce la fa o meglio non vuole farcela. La sanità privata occupa nicchie specifiche di mercato specialistiche facendo soprattutto leva su liste di attesa nel pubblico in parte create ad hoc e sull’aspetto alberghiero, incredibilmente ed immotivatamente, lasciato indietro in modo sospetto nel pubblico.

E’ la piccola e media chirurgia, nel senso estensivo del termine, quella cioè più redditizia, che viene deviata nel privato. La Rianimazione, il Pronto Soccorso, la grande Chirurgia d’Urgenza, la Traumatologia maggiore, il Centro Trasfusionale, estremamente costosi e funzionanti sulle 24, non sono invece infatti appetibili per la sanità privata. Per questo ha destato scandalo nell’elettorato la legge/regalo, proposta e voluta addirittura dalla sinistra, fatta ai Primari di poter esercitare attività professionale privata fuori dagli Ospedali di appartenenza, senza versare contributi all’Ente come tutti gli altri Medici.

8 Quante Asl ci saranno in Liguria?
Non credo che il problema sia cambiare il numero delle ASL. Possono restare 5, come sono, oppure la 3° e la 4° unirsi nel territorio della provincia di Genova intesa come città metropolitana. Il problema eventualmente è l’eccessivo apparato politico e amministrativo di ogni ASL, intesa come centro di potere e non come servizio sanitario per i Cittadini: questo si andrebbe ridimensionato!

9 Il Gaslini é una eccellenza internazionale. Intendete aiutarlo? Se sì, come?
Il Gaslini è stato un’eccellenza per Genova, ma come San Martino, mostra una lenta decadenza inesorabile. Anche al Gaslini è arrivata la politica?
Dire che si vuole aiutare il Gaslini può sembrare un luogo comune: chi non vorrebbe dare aiuto ai bambini malati! Il problema è un altro, cioè sapere di cosa ha bisogno l’Istituto sostenuto dalla Fondazione omonima. Le iniziative e le donazioni possono essere comunque le più varie.

10 Come regolerete il confuso regime dei ticket?
La trasparenza nei bilanci dovrebbe mirare a contenere le spese della Regione al fine di permettere anche l’abolizione dei ticket, almeno per le fasce più deboli della cittadinanza

Alice Salvatore