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Toti: "Nuove politiche appena ci insediamo"
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Altri 350 profughi in arrivo in Liguria. Circa 130 sono arrivati oggi a Genova a bordo di tre pullman provenienti da Palermo. Un centro per la prima accoglienza è stato allestito nei padiglioni della Fiera. Presenti le forze dell'ordine e personale medico. Altri 20 migranti sono scesi alla Spezia. Ma nelle prossime ore sono attesi altri 200 profughi, provenienti da Sudan, Libia, Etiopia e Siria.

ANCI LIGURIA PER L'ACCOGLIENZA - “La Giunta Burlando in questo momento non se ne occupa per correttezza formale nei confronti del neo eletto presidente. Questo vuoto di potere fa male perché pesa sulle spalle che fuggono da situazioni tragiche”, spiega Paolo Pezzana, responsabile immigrazione Anci Liguria, a Primocanale. “Molti di loro non vogliono rimanere in Italia, vogliono ricongiungersi con amici e parenti in altri Pesi europei. Negare l'accoglienza a persone diventa un diniego di assistenza umanitaria, che se la applicassimo ad altre persone in difficoltà ci sembrerebbe una mostruosità. Visto che arrivano da distante ci sembra più digeribile, ma non lo è”.

LA REPLICA DEL GOVERNATORE TOTI - "Non vorremmo che il ritardo di insediamento porti ad altre situazioni come questa, deleterie per la Liguria", ha detto il neogovernatore della Liguria. "Come ha spiegato il presidente Maroni in Lombardia, le Regioni non hanno un'azione inibitoria in questo senso perché non possiedono i poteri per impedire ai prefetti di convincere i sindaci ad accettare nuovi migranti.Dovremo agire con politiche che siano incentivanti e disincentivanti. Sarà la prima cosa che faremo appena ci insedieremo", ha osservato. 

"Siamo alla vigilia di una stagione turistica, con molte imprese che campano in questo settore”, ha sottolineato Toti. “In Liguria abbiamo inoltre un tasso di disoccupazione altissimo, una crisi sociale devastante e stamattina c'è stato un nuovo scontro fra forze dell'ordine e un gruppo di stranieri, che ha costretto a chiudere una strada e portato al ferimento di alcuni agenti". "Continuare a rimpinguare quella che è già un'emergenza sociale mi sembra scriteriato", ha osservato Toti. 

POLEMICA CON MARONI - Il governatore della Lombardia ha annunciato di voler tagliare i fondi ai comuni che ospiteranno migranti. A chi sostiene che si tratti solo di un annuncio, Roberto Maroni ha risposto: “Farò quello che ho detto, non faccio proclami o annunci, faccio quello che ho detto”. Sulla posizione di Maroni si sono allineati il governatore dl Veneto Luca Zaia e il neo eletto presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

PARLA IL MINISTRO ALFANO -  “Il decreto dello scorso agosto ha escluso dal Patto di Stabilità interno le spese per l'accoglienza dei migranti affrontate da 13 Comuni particolarmente esposti: questa è la nostra strategia, aiuteremo chi ci aiuta", ha detto il ministro Angelino Alfano 

INTERVENTO DELLA CARITAS -  "E' da verificare se Maroni abbia i poteri per farlo”, osserva Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas. “Rimane il fatto che in questo modo non si fa altro che alzare il livello di scontro, mentre l'opinione pubblica riceve un'immagine distorta del fenomeno. C'è bisogno invece di impegno nell'accoglienza e di valutare nelle sedi opportuno le soluzioni, con un atteggiamento pronto al dialogo. Sappiamo che non è facile, tutti siamo in grande affanno; però un comportamento di questo tipo, non finalizzato a trovare soluzioni ma solo a rinviare il problema, non aiuta nessuno".

LE CIFRE - La Caritas invita alla cautela commentando le cifre annunciate dal giornale The Guardian di 500mila profughi pronti a lasciare le coste libiche. "Ad oggi il trend è leggermente superiore a quello dello scorso anno, con 10mila presenze in più. Al momento si confermano le previsioni di 200mila persone nel 2015". Lo scorso anno erano stati 170mila.

I DATI - Ecco la tabella aggiornata al 6 maggio divisa per regione, numero migranti e percentuale: Sicilia 16.010 (22%); Lazio 8.611 (12%); Lombardia 6.599 (9%) Campania 5.585 (8%); Puglia 5.521 (7%); Calabria 4.770 (6%); Piemonte 4.207 (6%); Emilia Romagna 4.003 (5%); Toscana 3.170 (4%); Veneto 2.977 (4%); Marche 2.179 (3%); Friuli Venezia Giulia 2.054 (3%); Sardegna 1.510 (2%); Liguria 1.433 (2%); Molise 1.249 (2%); Umbria 1.103 (1%); Abruzzo 1.003 (1%); Basilicata 990 (1%); Trentino Alto Adige 847 (1%); Valle d'Aosta 62 (0%).