politica

FI prosegue col suo piano: Biasotti per il dopo-Merlo
2 minuti e 29 secondi di lettura
Dal terrazzo del Monastero di Santa Croce, che quasi nessuno dei consiglieri di maggioranza eletti conosceva, si possono ammirare la foce del Magra, le Alpi Apuane, il porto di Marina di Carrara e tutto il litorale da Fiumaretta alla Versilia. Un paradiso sotto un cielo limpido in una calda giornata estiva. Qualche nube però si intravede. Infatti la giunta ancora non è pronta. I nomi degli assessori usciranno tra qualche giorno. L'appuntamento era alle 10. Ma solo il governatore Toti, la matricola leghista De Paoli e il savonese Vaccarezza arrivano puntuali. Con loro - a dire il vero - c'è anche il padrone di casa, l'ormai ex sindaco di Ameglia Giampedrone, eletto e quasi certo di far parte della nuova giunta. Poi, alla spicciolata, arrivano tutti gli altri. Compreso Renato Brunetta, nei panni di professore, che spiega come formare l'alleanza tra le regioni del nord governate dal centro destra.

Dopo sorrisi, foto e battute, si comincia. Toti redarguisce i suoi: "Cominciamo, siate disciplinati, altrimenti non duriamo 5 anni". Altri parlamentari si fanno vedere nel santuario che sovrasta Bocca di Magra: il lunigianese Lucio Barani, vecchia volpe socialista, pare voglia dire la sua sulla sanità ligure. Ignazio La Russa, dopo i contrasti con la Lega per la formazione della giunta in Veneto, non vuole scherzi da Toti. Arriva con il sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco e si fa vedere dal governatore.

A Santa Croce nessuna fumata bianca, anche se il più è fatto. Toti avrà ancora qualche giorno per chiudere il capitolo formazione della giunta. Le certezze sono i tre assessori alla lega (Viale alla sanità, Rixi alle infrastrutture, Mai all'ambiente), uno a fratelli d'Italia (Fidanza destinato a turismo o trasporti) e almeno due a Forza Italia (Giampedrone, welfare, e quasi certamente Cavo). Il terzo azzurro potrebbe essere Vaccarezza o Scajola. Sul primo, a cui potrebbe toccare l'ambiente, pesa però l'indagine sulla vicenda Tirreno Power.

Così non si esclude il nome di un non eletto (Lauro) che potrebbe essere anche di NCD (Campora o Garibaldi). Il partito da Roma spinge per avere una poltrona, ma le possibilità al momento sembrerebbero remote. Toti dice che "saranno rappresentate diverse anime della coalizione" ma sul capitolo Area Popolare-NCD non si espone. Gli esponenti di Forza italia e lega, a microfoni spenti, fanno però capire che l'ingresso in giunta di una forza che non ha neppure raggiunto il 2 per cento appare complicata. Il consigliere eletto tramite il listino Andrea Costa si limita a dire "Siamo a disposizione del Presidente".

Forza Italia cerca di resistere alle pressioni. E intanto dentro il partito di Berlusconi va avanti un piano, condiviso da una buona fetta degli azzurri: portare Biasotti alla presidenza del Porto di Genova, per il dopo Merlo. E dare il coordinamento regionale a Roberto Bagnasco, che non ha partecipato direttamente alla campagna elettorale, ma ha lavorato molto per rianimare un partito che solo pochi mesi fa navigava in acque molto agitate.