cronaca

Mai decollato per colpa delle regole di utilizzo
1 minuto e 27 secondi di lettura
Sarà perché i genovesi preferiscono muoversi in scooter e moto, sarà perché ci sono molti anziani che utilizzano i mezzi pubblici, sarà per le regole di utilizzo che secondo alcuni non hanno incentivato la crescita degli abbonamenti, fatto sta che il Comune di Genova ha deciso di affidare a un privato l'attività di Genova Car Sharing.

L'azienda è di proprietà di Genova Parcheggi, che a sua volta appartiene al Comune al 100%. Nato nel 2004, il car sharing genovese non ha mai sfondato, contrariamente a quanto accaduto in altre città d'Italia. L'azienda, che possiede 76 auto e 52 parcheggi, è in perdita e Tursi pensa ad affidare il servizio ad aziende private già attive in altre regioni. In corso ci sarebbero Car2Go e Twist car.

"Il vero problema sono le regole del car sharing genovese - spiega Stefano De Pietro, consigliere comunale del Movimento 5 stelle - Obbligare chi prende l'auto a riportarla al parcheggio originale è un deterrente. Poteva andare bene nel 2004, ma nel frattempo la tecnologia si è evoluta e sarebbe bastato introdurre un sistema via app per gestire il parco macchine in modo più attrattivo e utile per gli utenti".

Nessuno lo ha mai fatto presente? "Sì, ma l'azienda risponde che gli utenti riportano l'auto al parcheggio dove l'hanno presa. Per forza, se sono obbligati!", spiega De Pietro, che poi critica anche i costi per gli utenti, troppo altri rispetto ad altre città.

Domani il tema sarà all'ordine del giorno di una commissione in Consiglio comunale che si svolgerà domani mattina. Obiettivo: capire quali siano le reali esigenze del mercato e individuare il gestore più adatto alle necessità dell'utenza genovese.