
"E' la solita polemica che porto avanti da 15 anni sui negozi aperti e i bagni pubblici. Ci sono migliaia di turisti inglesi in città che non sono abituati a usare i bagni dei bar, ma Genova resta senza vespasiani. L'accoglienza non è solo il gabbiotto aperto per dare la mappa, quello è l'abc. Ma l'accoglienza è tutt'altra cosa, è che la città si apra ai turisti", prosegue Monzani.
"Questo non succede perché evidentemente non conviene. Poi allora le compagnie portano i viaggiatori fuori città, addirittura ci sono 2 bus a Milano. Queste informazioni si danno agli operatori, ma alla fine il turista che torna a bordo dice "Ho trovato una città chiusa". Questo è un peccato per Genova, che è una città che soffre", conclude il numero uno di Stazioni Marittime.
Una polemica che torna d'attualità dopo quella sui punti d'informazione aperti per poche ore al giorno, ma anche dopo il dibattito sulla "siesta" dei negozi spezzini in concomitanza con gli arrivi dei crocieristi. La Liguria non sembra essere un paese per crocieristi.
IL COMMENTO
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