
"Il problema - aggiunge il presidente - era una legge che lasciava ampi margini di discrezionalità e zone grigie su cui la magistratura è voluta intervenire a posteriori. Credo sia stato un bene cambiare quella legge ma ritengo anche che non vi siano reati in questo senso. C'era una lacuna normativa e giudicare se sono stati spesi in modo sbagliato soldi dati in modo sbagliato e discrezionale ai gruppi è un esercizio difficile".
"Ora questo rischio non c'è più - spiega Toti - perché sono cambiate le leggi che in tutte le Regioni assegnavano ai gruppi denaro da spendere in modo discrezionale su cui poi non esisteva un sindacato di merito salvo quello che ha deciso di fare ex post la magistratura. E' bene chiarire come si usano i soldi dei cittadini prima e non cercare capri espiatori dopo quindi ritengo che sia stato un bene modificare la legge".
Sul punto interviene anche l'assessore regionale allo Sviluppo economico della Liguria e vicesegretario della Lega Nord Edoardo Rixi, che si dice sereno rispetto alla richiesta di rinvio a giudizio. "Non c'è nessuna novità nell'indagine rispetto a quanto già si sapeva e che abbiamo ampiamente sviscerato in campagna elettorale. E' evidente che come capogruppo rispondo di tutte le spese del gruppo indipendentemente da chi le ha effettuate".
"Nonostante l'inchiesta i cittadini ci hanno votato - ha detto Rixi - e ora ci difenderemo in giudizio perché l' importante è che alla fine venga fatta chiarezza". Rixi ha anche spiegato che alla fine del 2012, quando esplose in tutta Italia il 'caso spese pazze' il suo gruppo restituì alla Regione la maggior parte delle spese effettuate: "Abbiamo spiegato tutto nelle memorie che abbiamo consegnato al pm quando siamo stati interrogati. Ora ne discuteremo nel processo".
IL COMMENTO
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