cronaca

Settant'anni fa il crollo della diga, nessuno ha mai pagato
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Alle 13.15 di settant'anni fa iniziavano gli ultimi istanti di vita per 111 persone. A Molare, piccolo centro della val d'Orba al confine tra Liguria e Piemonte, crollava il muro di una diga secondaria. Le acque arrivarono veloci e impetuose, cancellando un lungo tratto della vallata.

Vittime dimenticate e censurate dalla stampa fascista
, che oggi vengono ricordate dagli abitanti di Molare in una marcia silenziosa, con i partecipanti uniti da lenzuola bianche, colore della pace. L'idea è dell'artista e performer giapponese Setsuko, da anni residente nell'Ovadese.

I difetti di costruzione, un collaudo fatto solo otto anni prima, le piogge eccezionali, e poi il crollo, case e ponti distrutti, perfino la ferrovia. Il disastro rimase senza colpevoli. Le Officine Elettriche Genovesi, costola della potentissima Edison dell'epoca, ne uscirono illese. Nel 1938 la Regia Corte d'Appello di Torino assolse tutti gli imputati nonostante i periti fossero giunti alla conclusione che lo sconnesso terreno della sella Zerbino non era idoneo a sopportare la costruzione di una diga. Ventotto anni dopo il copione si ripeteva dall'altra parte del Nord Italia, nella valle del Vajont.