
Va dritto al punto, Miazza. I cittadini non devono preoccuparsi, l'impianto non inquinerà. "Non avrà emissioni ambientali, non creerà odori molesti. Ci saranno impianti che filtreranno i flati, cioè il materiale derivato dal bitume nelle operazioni di carico e scarico dalle navi". O almeno, queste sono le caratteristiche che rispondono agli obiettivi evidenziati in conferenza dei servizi. Tutto andrà scritto nel progetto esecutivo, e su quel progetto verranno espresse le valutazioni ambientali. Dopodiché la palla passerà all'azienda. "Ci saranno la Asl, le Province, la Regione. Anche noi saremo presenti alla tavola e chiederemo di poter esaminare ogni dettaglio. Poi starà agli investitori scegliere se effettuare l'investimento sulla base delle caratteristiche che verranno decise". Così Miazza fa un po' il Ponzio Pilato, rimandando all'azienda la responsabilità di non inquinare.
Il presidente del porto prova a togliere di mezzo gli interrogativi ambientali. Qualche perplessità, invece, resta sui vantaggi occupazionali: "Da quanto ha dichiarato la ditta, saranno otto i posti diretti e ventiquattro quelli indiretti, per un totale di trentadue persone che parteciperanno al processo produttivo". Confermata anche l'ubicazione nella diga sottostante al Priamar.
Nessun peso alle polemiche, Miazza si dice dalla parte della cittadinanza: "Siamo gli ultimi a voler procurare problemi al turismo e all'ambiente. A Savona abbiamo dimostrato che un matrimonio tra l'industria e le altre attività è possibile. Abbiamo tante bandiere blu vicino alla città".
Di tornare indietro non se ne parla? "Ripeto, abbiamo la possibilità di pretendere che vengano rispettati certi criteri e lo faremo. Se verrà costruito o no dipenderà dall'impresa". A Miazza non interessano le beghe di partito: "Io mi occupo degli aspetti tecnici, nelle polemiche politiche non entro".
IL COMMENTO
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