
Il biker ha preso questa decisione dopo aver letto "le dichiarazioni rese dagli aggressori per mezzo del loro avvocato. Non solo non ammettono le loro colpe, come avevo chiesto apertamente per tentare di svelenire una situazione che ha dell'incredibile e che poteva concludersi ancor peggio per me ed i miei compagni di allenamento, con il rischio di sfociare in pericolose reazioni xenofobe, ma tentano di "nascondersi" dietro ad una rissa mai avvenuta".
"La realtà - prosegue Brumotti -, come dimostrano i video ed i numerosi testimoni dell'accaduto, è una sola: io, mio padre ed i due amici che erano con noi durante l'allenamento di martedì siamo stati aggrediti selvaggiamente e immotivatamente da due brutali soggetti, coadiuvati poi da una terza persona di sesso femminile che mi ha colpito al petto mentre ero a terra inerme".
Secondo Brumotti gli aggressori avrebbero anche usato "un corpo contundente, verosimilmente un tirapugni" con il quale il biker è stato colpito ripetutamente fino a sfondargli la parete orbitale dell'occhio destro.
IL COMMENTO
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