cronaca

E non esclude sconti per chi separa i rifiuti
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"Entro metà settembre deve, anzi sarà indivudato il sito che ospiterà l'impianto di separazione secco-umido": così Marco Castagna, presidente di Amiu, interviene nel dibattito sulla riapertura di Scarpino. La chiusura della discarica obbliga Amiu a spedire fuori regione i rifiuti dei genovesi, a un costo di circa 130 euro a tonnellata. Considerando che circa un terzo della spazzatura è composta proprio dall'umido, questo impianto consentirà un risparmio di circa 1 milione al mese. Ma al momento manca ancora il sito. Due le ipotesi più accreditate: l'area ex Colisa, in Valpolcevera, o le aree ex Ilva di Cornigliano.

Per Castagna ora l'urgenza è decidere. "Anche perché non è che poi l'impianto spunterà come un fungo", precisa il presidente di Amiu. Tutto questo mentre si rincorrono le date sulla riapertura della discarica di Scarpino, chiusa alla fine del 2014 su decisione della magistratura.

"Non dobbiamo pensare che Scarpino quando riaprirà accoglierà tutti i rifiuti. Riaprirà un polo impiantistico in cui sarà realizzato un impianto di separazione della frazione secca e di quella umida e un impianto di biostabilizzazione della frazione umida, che sarà poi raccolta in una discarica di servizio a Scarpino", spiega il presidente di Amiu.

Nell'attesa, i rifiuti indifferenziati genovesi continuano ad andare negli inceneritori dell'Emilia Romagna, a un costo di oltre 3 milioni di euro al mese. Aumentare la percentuale di raccolta differenziata ridurrebbe da subito la quantità di spazzatura "esportata", con un conseguente risparmio per le tasche dei cittadini. Senza considerare che plastica, vetro e carta possono essere fonte di guadagno. "Lo slogan potrebbe essere più differenziamo meno paghiamo", dice Castagna.

I dati però non spingono all'ottimismo: anziché aumentare, la differenziata a Genova resta al palo, attestandosi intorno al 35% contro un obiettivo di legge del 65%. "Evidentemente abbiamo sbagliato qualcosa. Stiamo rivedendo tutta la comunicazione, per incentivare i genovesi a separare i rifiuti.

"Non escludo alcuna strada che possa contribuire a fare aumentare la percentuale di raccolta separata", dice Castagna. Tra le ipotesi anche quella di uno sconto sulla Tari per chi fa la differenziata, come accade in molti comuni italiani.