Il ruolo nazionale di Giovanni Toti, numero 2 di Forza Italia, riporta conseguentemente sulla ribalta anche la Liguria che il delfino del Cavaliere governa da poche settimane. Questa constatazione che puo' apparire banale non lo e'. Non lo e' perche' per il nostro territorio, almeno politicamente, si aprono le strade di confronti importanti e quello sul nebulosissimo futuro sella sanita' ligure e' il primo e il piu' delicato. Infatti tocchera' tutti noi che in Liguria abitiamo, nel bene e nel male.
La sanita ligure e' riuscita a mantenere, nonostante alcune scellerate scelte partitiche (non politiche!) una sua qualita', compito affidato esclusivamente alla capacita' e alla buona volonta' di tanti medici e paramedici del servizio sanitario nazionale e ad alcune, ormai rare, buone Scuole.
A contrastare e danneggiare profondamente questa nota positiva ci si sono messi alcuni politici, prima del centrodestra quando governava Biasotti, poi, in modo ben piu' pesante, con il governo Burlando, che, addirittura, i medici amici se li era sistemati sul manifesto elettorale nel 2010.
Scelte spesse volte dettate solo dalle tessere, dalle amicizie, dalla difesa di bacini di voti. Il risultato e' che il numero dei liguri che in continuazione varcano i confini della Liguria per farsi curare in altre regioni, e' in aumento.
Solo alcune specialita' di alto livello sono riuscite , grazie soprattutto al passaparola, a invertire la rotta: l'Oculistica pubblica dell'ospedale di Sestri Ponente (Giacomelli) e quella privata dell'Ispre (Cassottana e Rolando) , la qualita' del Santa Corona di Pietra Ligure per la chirurgia spinale, la sperimentazione pubblico-privata nell'ortopedia di Albenga, quella privata cardiochirurgica di Villa Azzurra (Coppola, Martinelli e Spagnolo), la Neurochirurgia del Galliera (Severi) le Urologie di Voltri e di Savona (Introini e Giberti) le Neurologie di San Martino e Galliera con Mancardi e Del Sette, le ortopedie di Priano e Mazzola, alcune specialita' dell'Ist, la chirurgia vascolare universitaria del professor Palombo e le oncologie di Sobrero e De Censi, l'otorino del professor Peretti, le cardiologie di Savona (Bellotti) , Asl 3 (Domenicucci), San Martino (Chiarella), la quasi eroica fatica dei primari di pronto soccorso (Moscatelli, Cremonesi e Beringheli) a San Martino, Galliera e, Sampierdarena. Un discorso a parte, evidentemente, per la ritrovata eccellenza del Gaslini con un ulteriore rafforzamento offerto da Ramenghi e Paladini. Ci sono altri che dimentico e chiedo subito scusa. Molti che lavorano nell'ombra per garantire un dignitoso servizio a tutti i cittadini.
Ma a fronte di queste indubbie positivita', la sanita pubblica e' stata abbandonata a burocrati con troppi poteri, che, tagliando come sarti impazziti, hanno cercato di far quadrare conti sballati da decisioni politiche sballate. La spaccatura politica tra Burlando e l'assessore Montaldo non ha giovato.
Ora la nuova assessore deve affrontare questo mezzo disastro, tra rivalita' e voglia di resa dei conti ed ecco che il confronto con la Lombardia non deve far paura. In quella regione si muove, a fianco del sistema pubblico un' ottima rete privata convenzionata e controllata che continua a offrire alta qualita'. Un mix che sembra funzionare (Francesco Berti Riboli con la sua storica Montallegro lo chiede , inascoltato, da tempo) e che potrebbe, almeno in parte e con gli indispensabili adattamenti al territorio e al tessuto sociale e anagrafico ligure, dare risultati e non essere messo in contrapposizione polemica. O peggio, escluso a priori per motivi ideologici ridicoli nel 2015!
Ecco allora che il ruolo di leader nazionale del presidente Toti, puo' servire alla Liguria. Apre, allarga, confronta.
Ho citato la sanita' . Mi auguro che il metodo si allarghi alle infrastrutture, agli allucinanti trasporti, all'Universita', alla cultura. Che i confronti tra Liguria e altre regioni del Nord si moltiplichino. Come non ci spaventeremmo se un assessore arrivasse da un'altra regione figuriamoci se deve far paura un medico o una struttura sanitaria o diagnostica. O una alleanza tra strutture di regioni diverse e confinanti, rilanciando l' idea non utopistica di una maxi-regione dove , magari si spende meno, ma si offre di piu' e di meglio. Che cosa avremmo da perderci?
politica
I vantaggi del ruolo nazionale di Toti
Spicchi d'aglio
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