
“In relazione alla risposta, verbale, che il Ministero dei Trasporti ha dato all'Autorità Portuale di Genova, in merito alla richiesta di proroga fatta da alcuni terminalisti, ritengo che si sia aperta finalmente una riflessione importante sulle responsabilità del Ministero che, non emanando il regolamento in tutti questi anni, ha gettato nel caos le Autorità Portuali permettendo che ognuna facesse valutazioni "personalizzate" e, quindi, disomogenee tra l'una e l'altra e fra Nord, Centro e Sud”, scrive Rossi in una nota.
A SAVONA IMPEGNI PRECISI DEI TERMINALISTI - “Al di là quindi della pubblicazione delle proroghe richieste, con ben 5 anni di anticipo a Genova, annunciata dal presidente Merlo, porterò il tema in Commissione al Senato e solleciterò il Ministero a portare avanti con velocità e determinazione il regolamento. Ieri peraltro sono stato in visita all'Autorità Portuale di Savona che ha ricevuto anch'essa richieste di proroga delle concessioni. Savona però, da quanto riferito dal Presidente Miazza, sta valutando contratti che scadono nel 2017/2018, con durata richiesta di 17 anni e con precisi impegni da parte dei terminalisti di fare degli investimenti subito, che, anzi, verrebbero completati prima della scadenza naturale del 2018. Fatto non è secondario, inoltre, è che questi investimenti non riguardano beni strumentali delle aziende, bensì strutture fisse, che al termine della concessione resteranno di proprietà dell'Autorità Portuale”. Per quanto riguarda i canoni, dai dodici terminalisti Savona incassa circa sei milioni all'anno. Ovviamente grande attenzione viene rivolta alla piattaforma di Vado che dovrebbe completare i lavori entro due anni e sarà in grado di ricevere le navi da 16.000 teu”.
PIANIFICARE PENSANDO ALL’ACCORPAMENTO – “Dopo l'incontro con il presidente Miazza e considerato il possibile accorpamento delle Autorità Portuali di Genova e Savona, annunciato dal ministro Delrio, ritengo che sarebbe opportuno ragionare sulle future concessioni pensando ad un unico porto, destinando i terminal secondo indirizzi specifici e logici, funzionali all'attività complessiva dei due scali. Una pianificazione, è evidente, che non può essere fatta a posteriori di eventuali rinnovi di proroghe per periodi lunghi”, conclude Maurizio Rossi.
IL COMMENTO
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