
“Siamo stati fortunati. Non abbiamo avuto le precipitazioni che ci sono state nelle province di Genova e Savona. Ma la procedura è comunque invasiva. Dunque i CCS (Centro Coordinamento Soccorsi) e i COC (Centro Operativo Comunale) nei singoli comuni hanno tenuto impegnata la macchina di protezione civile della Provincia. Le cellule temporalesche hanno confermato le preoccupazioni dell’allerta due. I fenomeni sembravano in diminuzione nel pomeriggio di domenica, in realtà i temporali in nottata hanno deviato più sul Tigullio e nell’entroterra, ma potevano colpire noi, nella Riviera spezzina e in Val di Vara”.
Anche questa volta sono scattate le misure di sicurezza, chiusura di strade, evacuazione di cittadini che vivono in abitazioni a rischio.
Sì, ma il problema più grosso è la strada provinciale della Ripa, dove transiterebbero ogni giorno 15-16.000 veicoli. La sua chiusura mette a repentaglio la viabilità in Val di Vara, Val di Magra e, in parte, nei comuni del Golfo della Spezia.
Il problema è passare dalla gestione dell’emergenza a quello della prevenzione
Il piano di manutenzioni finanziato fino ad ora dalla Provincia e dal prossimo anno dalla Regione ha contribuito a sostenere i comuni dal punto di vista finanziario. Ultimamente la Regione si sta prodigando per la manutenzione ordinaria e straordinaria. La visione del fiume considerato come una risorsa darà riscontri nei prossimi anni.
Resta difficile superare le criticità legate agli anni passati. Con le ansie della popolazione e le restrizioni per motivi di sicurezza
Purtroppo ci sono residui delle vecchie emergenze. E’ chiaro che se le disponibilità finanziarie dei comuni sono limitate, il rischio rimane alto e i sindaci devono adoperarsi per garantire l’incolumità dei cittadini.
Quello di questi giorni potrebbe essere il primo di una lunga serie di stati di allerta della stagione autunnale, la popolazione è pronta?
La sensibilità della popolazione è aumentata. Lo vediamo quando siamo attivi. La gente si vuole sentire confortata durante gli eventi, genitori compresi, in relazione alla problematica delle scuole. Questa forma di autoprotezione è l’evoluzione del sistema di protezione civile. Ognuno deve conoscere qual è il rischio relativamente agli spostamenti che fa, alle proprie attività lavorative, alle proprie abitazioni. C’è una maturazione della popolazione
IL COMMENTO
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