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Montoggio prova a rialzarsi con una mobilitazione generale che porterà il forno alluvionato a una nuova apertura entro fine settimana. Ma il paese simbolo dell'alluvione 2014 necessita al più presto di opere strutturali come un nuovo ponte senza pilone nell'alveo dello Scrivia e comunque le criticità restano infinite anche sul versante che sovrasta il paese senza dimenticare l'inaccettabile presenza di legna presente nel torrente e causa di gran parte del disastro.
Tuttavia, a tre giorni dagli allagamenti, le grida della disperazione giungono soprattutto da Valbrevenna e Caprile: "La buona volontà degli abitanti non basta, siamo isolati, non possiamo attendere" spiegano dall'alta valle.
Valbrevenna è guidata dal sindaco Michele Brassesco che lo scorso ottobre fece fronte al crollo di una strada per Senarega in poche ore con spirito ricco delle tipica concretezza d'entroterra: "Ora è tutto diverso, quello di 12 mesi fa era stato l'antipasto mentre ora siamo alla cena e i crolli sono troppo numerosi. Le nostre strade sono un campo da guerra, abbiamo bisogno di aiuto" spiega l'assessore Aldo Scorzoni.
A Caprile, l'asfalto è stato completamente sostituito da un fiume di massi. Case isolate e ripartenza lontana: "Se non viene garantito un aiuto immediato questi paesi moriranno presto e assieme a loro gli abitanti" spiegano i residenti. A Primocanale interviene Valeria Spagnolo, gestore del rifugio: "Senza strade questo paese muore, l'emergenza è anche per i tanti anziani. Non sono interventi che possono aspettare". C'è poi chi si occupa di censire le frane: "C'è una necessità immediata di riportare acqua in paese come Franco Poggio: "Qui non siamo di fronte all'incuria del territorio perché sul monte c'è un allevamento. Ma le precipitazione ormai sono differenti dal paese e queste zone non sono più in grado di sopportarle. Aiutateci perché a Caprile non c'è più una strada utile per raggiungere la comunità".
IL COMMENTO
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