Finalmente! È questo il primo commento dopo aver letto l’analisi di Luigi Leone di ieri dal titolo “Così Filse e Ligurcapital cambieranno pelle”. Da alcuni mesi le più svariate ipotesi sul nuovo ruolo della Finanziaria regionale aleggiano nei “corridoi” della Regione, fino ad essere state sommerse dalla recente vicenda delle nomine.
Ora l’analisi riporta finalmente l’attenzione sull’argomento ma verso i più interessanti binari delle future attività e, soprattutto, la rende pubblica e trasparente, requisiti considerati da Confartigianato fondamentali per ogni azione del decisore pubblico, seguendo la linea del “rating” ben conosciuto dagli amministratori e dagli stakeholders.
La riflessione sul “nuovo” ruolo di Fi.L.S.E. deve partire da un’ampia ed articolata discussione su quali strumenti di natura finanziaria la Regione dovrebbe mettere a disposizione delle imprese liguri con particolare riferimento alle micro e piccole imprese (mpi) che rappresentano oltre il 97% del totale delle imprese regionali (percentuale superiore alla media nazionale) e sono le maggiormente penalizzate nell’accesso agli strumenti di credito.
Sicuramente la concessione di finanziamenti di piccolo importo (c.d. microcredito), così come un fondo di riassicurazione, sono misure di nostro interesse, tanto che abbiamo già proposto interventi di questo tipo sulla prossima programmazione del POR-FESR. Così come abbiamo avuto il “coraggio” di proporre altre misure alcune delle quali veramente innovative, finalizzate a favorire l’accesso al credito da parte delle mpi.
Tutti questi progetti sono stati valutati tenendo conto di quale fosse l’insieme degli strumenti esistenti e considerando l’apporto che ciascuno avrebbe potuto fornire affinché essi potessero essere immediatamente realizzati con buone probabilità di successo. Abbiamo anche evidenziato che, oltre le misure di intervento diretto, le microimprese necessitano di assistenza e accompagnamento e richiesto quindi la realizzazione di un progetto volto all’informazione e formazione delle mpi sulle tematiche del controllo di gestione, amministrazione e finanza.
Contemporaneamente abbiamo condiviso ed apprezzato la recente approvazione della nuova misura Artigiancassa, polmone finanziario di settore, che consentirà alle imprese artigiane liguri di avere un prodotto integrato di finanziamento in conto interessi e, per la prima volta, di abbattimento del costo della garanzia, che pone la Liguria all’avanguardia in Italia nel finanziamento delle microimprese.
Per tutti questi motivi e per una logica di razionalizzazione, ad oggi, non ci convince totalmente il ruolo che qualcuno vorrebbe attribuire a Ligurcapital, semplicemente perché non ci è chiaro come un soggetto che sino ad oggi si è occupato principalmente di capitalizzazioni destinate a imprese mediamente strutturate, possa svolgere un ruolo molteplice che va dalla concessione di microcredito, al rilascio di garanzie e a qualunque altra attività consentita dalla normativa relativa agli intermediari vigilati.
Ci si chiede quali siano i criteri alla base di tale scelta e se essa risponda a requisiti di efficienza o se semplicemente rappresenti un grossolano tentativo di semplificazione che, dimenticando quanto di buono già esiste ed opera, rischia di produrre un risultato non propriamente brillante, a discapito soprattutto delle microimprese che rappresentiamo.
Oggi in Liguria l’attività di garanzia viene svolta dai confidi alcuni dei quali attivi sin dagli anni ’70. Faccio l’esempio di CONFART, il nostro confidi di riferimento, che conosco meglio; nonostante lo status di “confidi minore”, nel 2014 esso ha consentito a oltre 700 fra micro e piccole imprese di ottenere finanziamenti e questo grazie al buon rating attribuitogli dalle Banche; non solo, CONFART ha saputo sviluppare una capacità di analisi delle mpi ritenuta così solida che una Banca di livello nazionale ha già formalizzato la proposta di inserire tale istruttoria come elemento qualificante del processo di concessione del credito. E non si dimentichi l’attività di accompagnamento al credito che congiuntamente CONFART e le associazioni di categoria artigiane realizzano a favore delle micro e piccole imprese e che ben difficilmente potrebbe essere svolta da altri soggetti senza le adeguate conoscenze e competenze del tessuto produttivo prevalente ligure.
Quindi, un processo ragionato di rafforzamento del comparto della garanzia dovrebbe propendere per la valorizzazione degli strumenti già esistenti, magari passando per una due diligence quale quella condotta dalla Regione Lombardia, che porti ad una valutazione critica sul valore di ciascun confidi e ponga al centro concetti quali efficacia, efficienza, rete e sistema.
Questi sono naturalmente solo alcuni spunti ed esempi. Un progetto organico, ispirato da condivisibili principi di razionalizzazione ed efficientamento degli strumenti di finanza regionali, dovrebbe nascere da un serio e trasparente confronto che consenta di individuare modalità capaci di mettere finalmente a sistema le migliori esperienze già esistenti in Regione, con al centro del dibattito le microimprese liguri. Comunque #NOICISIAMO.
*segretario regionale Confartigianato Liguria.
economia
Se Filse e Ligurcapital cambiano pelle, le microimprese al centro
L'intervento
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