
Un tubo lungo 100 metri è in grado di aspirare materiale fino a 20 centimetri di diametro. Un cassone raccoglie ghiaia e sassi in attesa dello smaltimento definitivo. Oggi era il turno del rio Chiesa, un piccolo affluente del Polcevera che scorre sotto Pontedecimo. Il mega aspirapolvere è all’opera per rimuovere i sassi che ostruiscono il deflusso durante le piene e provocano le famigerate esondazioni dai tombini. “Per la maggior parte è materiale proveniente dai tratti a cielo aperto – spiega Pinasco – in parte ci sono stati anche piccoli crolli”. Un intervento, solo per il rio Chiesa, che verrà a costare 100 mila euro. 250 i metri cubi di detriti da asportare. “In luoghi angusti come questi non abbiamo strumentazioni alternative, sarebbe troppo difficile portare via i detriti manualmente”, sottolinea Crivello.
A differenza del Bisagno, il Polcevera non ha tratti interrati. Ma anche questa vallata ha vissuto alluvioni, frane e allagamenti negli ultimi anni. Nel 2014 il torrente ha rischiato l’esondazione. A breve, ricorda Crivello, l’aspiratutto entrerà in azione in un altro punto caldo del bacino: il sottopasso di Certosa, che non è un rio, ma si trova in una zona critica per il deflusso delle acque, con più corsi d’acqua che confluiscono nello stesso punto.
Lavori complessi e onerosi, che nessuna grande opera potrà sostituire: “Alcuni interventi sono irrinunciabili e spero si concludano entro pochi anni – dice Crivello – ma le manutenzioni dovranno essere sempre garantite con somme ingenti”. Nelle profondità di corso Perrone, tra Campi e Rivarolo, il lavoro dell’aspiratutto è costato ben 400 mila euro.
IL COMMENTO
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