“A Roma ognuno è libero di non rispettare le regole, dal grande al piccolo, dall’occupazione del suolo pubblico alla gestione degli stabilimenti balneari, dai rifiuti a tantissimi altri settori strategici dove si sono visti grandi profitti e danni per i cittadini. Con Marino le cose stavano cambiando”.
E’ la ricostruzione di quanto accaduto a Roma, i fatti che hanno portato alle dimissioni di Marino, di Federico Barli da Pitelli. E’ uno degli esponenti del partito democratico spezzino in corsa per la segreteria provinciale, in vista del prossimo congresso che dovrebbe celebrarsi nei prossimi mesi. Negli ultimi anni Barli ha vissuto tra Roma e La Spezia. Nella capitale ha sostenuto Ignazio Marino nella corsa alla poltrona di sindaco. Ma già nel 2009, quando Marino si candidò alla segreteria nazionale del PD contro Bersani e Franceschini, Barli fu uno dei pochi liguri, insieme a Marta Vincenzi, che si schierò al fianco del medico genovese. Barli è stato uno dei fondatori dell’associazione “Cambiare Roma”, nata per dare sostegno a Marino in un panorama politico molto complicato. In questa intervista a Primocanale il fedelissimo di Marino parla di Pd, poteri forti e pressioni romane.
Cosa è accaduto a Roma, dal suo punto di vista?
“Bisogna leggere la storia di Roma degli ultimi vent’anni per spiegare cosa è successo – Spiega Barli – in particolare il periodo di Alemanno che ha distrutto il tessuto amministrativo e politico della città. Poi Marino aveva vinto le primarie, dopo le sconfitte del Pd a livello nazionale, contro le indicazioni del partito romano e del partito nazionale. Ha vinto 14 municipi su 15. L’unico dove ha perso è quello di Tor Bella Monaca, oggi uno dei municipi sotto inchiesta, per le vicende legate al cattivo tessuto sociale e politico.
I sostenitori di Marino dicono che contro di lui hanno agito i poteri forti di Roma, cosa c’è di vero in questa affermazione?
Sicuramente Roma esprime una potenzialità molto grande nel panorama economico nazionale. Acea è la prima multi utility nazionale e internazione, ma anche Ama ha un ruolo notevole. Le municipalizzate per il tessuto imprenditoriale nazionale e romano rappresentano bocconi facili. Acea era stata parzialmente privatizzata ai tempi di Rutelli, con soci privati come Caltagirone e i francesi. Si pensava a una ulteriore privatizzazione. Le pressioni dell’economia su Roma sono importanti. C’è un solido mercato che è molto utile per chi vuole fare degli interessi.
E’ possibile che Marino ritiri le dimissioni, come ha ipotizzato?
Dipende dalla mobilitazione dei cittadini romani. Oggi c’è una mobilitazione spontanea di tanti cittadini a sostegno del sindaco. Cittadini che hanno percepito il cambiamento di Roma che sta diventando una città dove si rispettano le regole.
Come ha trovato Marino negli ultimi giorni?
Sicuramente Marino aveva una sorta di risentimento personale. E’ una persona convinta di lavorare nell’interesse della città. E questa azione non viene percepita dalla classe politica. E’ un problema di solitudine. A Roma il partito democratico è commissariato da molti mesi. Non esiste un tessuto democratico. Questo elemento ha isolato il sindaco rispetto all’azione riformista che non è stata percepita neanche dal gruppo dirigente.
Ma il PD secondo lei rivedrà il giudizio su Marino, gli ridarà dignità per quanto ha fatto secondo lei?
Il Pd è fatto dai suoi militanti. I militanti sono vicini al sindaco. C’è necessità di celebrare i congressi a Roma, celebrare le primarie. Celebrare elementi di discussioni politica. È l’unico modo.
Marino si ricandiderà per fare il sindaco di Roma?
Marino è una risorsa importante per Roma e per il paese.
Viene da pensare che lo è anche per la Liguria, viste le sue origini genovesi. Potrebbe pensare ad un impegno nella nostra regione?
Ignazio è nato a Genova tanti anni fa, ha vissuto a Roma e negli Stati Uniti. E’ legato alla Liguria, ma non penso abbia intenzione di tornare a Genova o in Liguria per fare politica.
Barli, lei invece non ha mai nascosto di puntare alla segreteria provinciale del Pd spezzino. La vicenda di Roma l’ha turbata, la condiziona?
Questa vicenda mi ha rafforzato nell’idea che la discussione e i militanti debbano essere centrali nel Partito Democratico. Senza un Pd partecipato, senza i militanti e senza gli iscritti che discutono di politica, il partito va in mano a poche persone che potrebbero anche essere illuminate, ma spesso non lo sono.
Quindi va avanti nella corsa alla segreteria del pd spezzino?
Con gli iscritti e con un programma per la città e per la provincia.
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Parla Barli, il fedelissimo del sindaco dimissionario: “Pd, poteri forti e pressioni romane, così a Roma Marino è rimasto solo”
Il racconto del politico spezzino al fianco del sindaco nella capitale
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