
Silvia Salis boccia la politica sulla sicurezza della giunta di Bucci e rilancia dicendo che bisogna andare oltre alle divise, più luci nelle strade e attenzione ai negozianti perché i negozi sono presidi importanti per una città piena di anziani che non possono prendere la macchina per andare nei centri commerciali.
Nel corso dell'intervista a Terrazza Colombo la candidata sindaca per il centro sinistra ha risposto così alla domanda nata dal sondaggio di Tecnè che svela che il 48 % dei genovesi pone quello della sicurezza uno dei problemi principali. Un'insicurezza percepita, evidentemente, aggiungiamo noi visto che le statistiche da anni raccontano di reati in calo. Un'insicurezza percepita soprattutto in quartieri come il Centro Storico e Sampierdarena.
"Riguardo il tema sulla grande distribuzione - ha spiegato Salis - non va demonizzata, ovviamente è necessaria, però ne abbiamo almeno tanta, non c'è, diciamo una necessità aggiuntiva. In più c'è un tema del commercio, è stata approvato adesso un piano del commercio che veniva chiesto da anni e noi ci impegniamo e appena arriveremo a Tursi di rivederlo e andare incontro alle esigenze dei commercianti. Molte di queste esigenze sono il segno di fallimento delle politiche di queste anni perché non si presenta un piano un mese dalla elezione".
Comunque, ha aggiunto Salis "al di là di questo c'è un tema di commercio di prossimità, siamo in una città con un'età media altissima, in commercio deve essere un servizio e quindi serve anche lì una visione. Non si possono fare interventi a spot sul territorio che minacciano chiaramente, come abbiamo visto in questi anni, il commercio e di cui pagano lo scotto di più tutti gli abitanti che non vivono nelle zone centrali e in più le persone chiaramente nella terza età che non possono prendere una macchina e andare al supermercato a fare la spesa. Quindi il tema del commercio è importantissimo, soprattutto in una città che ambirebbe a essere policentrica, ma che, purtroppo, non lo è. Una città con grandi periferie. Per garantire sicurezza è importante dare vita a presidi, fornire luci. Sulla sicurezza, io parlo sempre dei dati del Sole 24 Ore, Genova sulle 107 province che hanno ispezionato è al 96esimo posto per giustizia e sicurezza, un posto così basso con una spesa per la sicurezza invece altissima. Questo vuol dire che la sicurezza non può essere solo militarizzazione. I presidi della polizia locale o delle forze di polizia devono essere concepiti in un altro modo, cioè creare dei presidi sociali e culturali. Un illuminazione corretta, lo dico da donna: vivere una città, buia è spaventoso, è così che si crea sicurezza. Chiaramente è più complesso che mandare delle pattuglie in giro e ma che non risolvono evidentemente il problema, perché le genovesi e genovesi si sentono minacciati nonostante la spesa che abbiamo che è altissima, questo vuol dire che questi soldi non sono stati spesi bene".
Prima Salis aveva risposto alla domanda di spiegare meglio su cosa vuole dire quando dice che la sua storia è quella di una donna di sinistra:
"Io vengo da una famiglia di sinistra. Mio padre era scritto al partito comunista, mio padre era un operaio, mia mamma una dipendente comunale, una famiglia con i valori di sinistra. Io mio marito siamo due persone, chiaramente da sempre nel campo progressista per una serie di motivi. Anche evidenti. Abbiamo fatto anche scelte progressiste e questo è evidente nella nostra vita di tutti i giorni. Non vado nello specifico, dal nome di nostro figlio (a cui è stato dato il cognome della mamma ndr) a tutta una serie di altre cose e come mi sono espressa su una serie di temi legati allo sport, anche questo è stato sicuramente sempre progressista, però, detto questo, voglio dire le faccio l'osservazione contraria. Non esiste niente che faccia pensare al contrario, quindi questo già è qualcosa".
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