cronaca

Dalla "Castagna" parte il viaggio di Primocanale.it nei cimiteri genovesi
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Cimitero della Castagna, alture di Sampierdarena. Di fronte c'è quello degli Angeli, più moderno, ma per chi è di queste parti si dice semplicemente che il proprio caro defunto è "alla Castagna".

Si sale con il 66 o con l'auto, si arriva nell'enorme piazzale e si entra. Sembra tutto bello, tutto ordinato, tutto normale. Ma non ci può essere normalità in un'area così vasta e dove interi settori sono inaccessibili al pubblico. Da anni.

Il cosiddetto "boschetto", la zona più elevata, è praticamente inaccessibile da tempo immemore. Per raggiungere quelle che sono anche tombe artisticamente e storicamente di grande pregio, o si va a piedi o si utilizzano auto simili a fuoristrada. Qui però i ladri arrivano, come la banda che, dal portale di una cappella hanno portato via tutto il bronzo e il rame presente.

Ma sotto le cose non cambiano. Nel primo e secondo reparto i problemi, tra tombe divelte, muri che cadono ed erbacce dilaganti sono enormi tanto che queste zone sono inaccessibili al pubblico da almeno 20 anni. Rimettere tutto a posto: "Un calcolo a spanne parla di 5 milioni di euro", sospira Paolo Crovetto che si occupa di gestire tutti i cimiteri genovesi.

Cimiteri che sono 35: figli di una Genova che non c'è più, del campanile, del voler restare aggrappati all'epoca dei comuni autonomi e alla propria storia e tradizione. Ma che sono sempre più difficili da gestire. Una situazione che, inevitabilmente, fa a pugni con il desiderio, che è di tutti, di ricordare in modo dignitoso chi non c'è più.

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