cronaca

Alcuni legati al mondo degli ultrà genoani
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L'operazione si chiama "Boston George", dal nome di uno dei principali trafficanti di cocaina degli Usa che ispirò il film Blow. Una storia vera e fonte di ispirazione dei baby pusher genovesi, alcuni legati al mondo degli ultrà genoani, che spacciano marijuana e hashish nelle piazze di Marassi, San Fruttuoso, Quarto e centro storico.

In tutto sono venti ragazzi indagati per spaccio dai poliziotti del commissariato Foce Sturla. Richiesta anche un'ordinanza di custodia cautelare. Sequestrato mezzo chilo di droga, definita 'leggera' ma con un principio attivo 5 volte più elevato del solito. Nelle perquisizioni trovati anche alcuni maxi petardi.

Le indagini regalano uno spaccato di vita dei ragazzi che per comunicare si scambiavano messaggi in codice. Per chiedere droga il messaggio era "aiuto, prevendita, adesivo, favore" , per sapere se lo spacciatore è fornito "come sei messo?, come stai?, com'è?, sei in bolla?, tutto bene?, "cunt" sta per soldi in contanti, "brillato" per dimenticato, "grandi mani", tanta droga, "ci sono adesso" per pagamenti in contanti, e "after" per segnalare quando si è sconvolti.

Gli indagati sono quasi tutti appartenenti a famiglie incensurate, con papà operai, impiegati o piccoli imprenditori. L'indagine è iniziata  in seguito ad intercettazioni telefoniche eseguite dagli agenti del Commissariato diretto dal vice questore Stefano Iardella. Sotto la lente della polizia decine di ragazzi, la maggior parte minorenni fra i 13 e i 17 anni.