Lo ha mandato Matteo Renzi in persona per rimettere in sesto il Pd ligure dopo la mazzata presa alle regionali. E dopo cinque mesi di trattative, per il commissario David Ermini e il suo staff iniziano le ore calde: subito l'assemblea, e tra qualche mese il congresso regionale per scegliere il segretario. Cosa significa fare il commissario in Liguria lo ha spiegato a Primocanale, intervistato da Mario Paternostro e Franco Manzitti.
La sfida sarà ricomporre un partito diviso su tutto, coi grandi incomodi Paita e Burlando, con la sinistra interna da ricucire e due appuntamenti roventi alle porte: Savona nel 2016 e Genova nel 2017.
Per rammendare tutte queste smagliature ci voleva un avvocato penalista come lei?
Sono qui semplicemente per organizzare un congresso e fare in modo che il partito prosegua la propria attività. Dopo le regionali non si riusciva a ricostituire una segreteria, Renzi ha deciso di mandare me. In effetti quando me l'hanno detto ho avuto un contraccolpo, la Liguria è una regione importante, per tutto l'anno sotto i riflettori nazionali. Tenete conto che sono ancora responsabile nazionale della giustizia, devo stare tempo a Roma ma cerco di venire qui ogni volta che posso.
La Liguria è un'emergenza? Ci sono ferite che sanguinano ancora, come lo strappo di Cofferati.
Sì, la Liguria è stata un simbolo per tutti. Cofferati si è giocato una partita nazionale col suo strappo. Se non ci fosse stato lui a mettersi contro Paita, probabilmente non avremmo avuto questo risultato.
In questi giorni sta girando per i circoli storici: Voltri, Pra', zone dove il Pci aveva l'80%. Sestri la chiamavano “Stalingrado”. Ma cosa dice a questi elettori delusi?
Dico quello che ho detto quando sono venuto alla festa dell'Unità. Dobbiamo ritrovare l'entusiasmo, superare l'incidente di percorso. Se stiamo insieme siamo capaci di buoni risultati, dobbiamo crederci. Ho visto la giusta volontà. Molti elettori del Pd non hanno votato per un altro partito, ma non hanno proprio votato. Ciò vuol dire che non volevano tradire, ma hanno dato comunque un segnale.
Genova è una città renziana?
Genova è stata una delle città dove nel 2012 Renzi ha avuto le maggiori difficoltà, insieme a Napoli e Roma. Io sono stato qua nel 2012, per la presentazione del libro di Renzia Tursi e c'erano pochissime persone. No, Genova non è nata renziana, ma credo che Renzi possa dare una svolta anche su città difficili come queste. C'è bisogno di parlarsi e spiegarsi, è normale che esistano minoranze interne che ambiscono a diventare maggioranza.
Lo snodo cruciale saranno le prossime elezioni. Che succederà? Ci saranno le primarie?
L'ho già detto e lo ripeto: le primarie devono essere la conclusione di un percorso politico. Prima si definisce la coalizione, poi concordiamo un programma, e sulla base di quello si organizzano le primarie. Devono essere una festa, gli elettori devono potersi rispecchiare chiaramente in un programma. Le primarie vere sono quelle in cui il candidato perdente abbraccia quello che vince e gli dice: “tu sei il mio candidato”. E sarà così. Quando saranno fissate le elezioni indiremo anche le primarie. Ma prima si chiariscono coalizioni e programmi.
A Genova avrete poi il problema di trovare un candidato sindaco
Ho già incontrato Marco Doria, ma decideremo a suo tempo.
Però manca un anno e mezzo, una candidatura si deve pur preparare.
Anzitutto bisogna capire se Doria si vuole ricandidare, poi ci penseremo. Comunque, io nel 2017 non ci sarò più come commissario. L'unica cosa che vorrei è che il Pd raccogliesse la sfida politica di questa città.
Non crede che la prima cosa da fare sia sanare la ferita con la sinistra interna?
I dissidenti li ho incontrati durante la festa dell'unità. Nel nominare la mia squadra ho fatto scelte personali, ma ho voluto mettere comunque tre persone che avevano votato Cofferati e tre Paita. La prima sera siamo andati in pizzeria. Questo è il senso: andiamoci a sedere insieme, cerchiamo di dimenticare il passato, perché le città ce lo chiedono. Il Pd ancora deve essere un punto di riferimento. Un partito di governo deve dare la sensazione di essere unito e deve esserlo veramente.
Questa atmosfera della piazza, diciamolo, si è un po' fermata. Ci sono sempre figure ingombranti, come Burlando e Paita.
Ve lo garantisco, io sono stato nominato commissario da Renzi ma lui non mi ha imposto nessun diktat. Sono venuto qua perché c'era un problema oggettivo, e lo ringrazio per la fiducia. Dopodiché me la sono sempre gestita in autonomia.
Ma dopo cinque mesi di lavoro, Burlando e Paita sono un problema da risolvere o già risolto?
Non sono un problema. Il problema è che il centrodestra governa perché gli abbiamo fatto un regalo. Quindi basta regali. Credo che nessuna persona qui sia un problema.
È stato giusto scegliere Paita come capogruppo del partito, anche se ha perso le elezioni?
Nemmeno questo è un problema, anche la Moretti in Veneto è capogruppo perdente. Si tratta di ritrovare la coesione. Io sono stato due mesi ad ascoltare, anche quando non potevo venire, per capire le persone e metterle insieme. Genova è una città con potenzialità enormi, ma è chiusa su se stessa. I giovani vanno a studiare fuori, è un brutto segnale.
Quale potrebbe essere la chiave di volta?
Dobbiamo dare un progetto definito su cosa vogliamo che sia Genova in futuro. E dobbiamo pescare classi dirigenti nelle forze nuove, dove c'è entusiasmo. Dobbiamo fare in modo che la gente si alzi e ti venga a votare perché crede in te. Ma il nome nuovo arriva dopo un lavoro, magari anche lungo. Matteo Renzi ha cominciato a fare politica a fine anni '90. Poi, per creare un movimento, proporre idee e presentare i suoi libri ha avuto bisogno di tempi lunghi, non certo di qualche settimana.
Però qualche carta la avete. Non è mai successo che la Liguria avesse due ministri così importanti nella squadra di Governo: Pinotti e Orlando possono incidere sulla situazione della regione?
Secondo me sì, tant'è che saranno presenti all'assemblea.
Meglio partecipare a un'assemblea di avvocati o all'assemblea del Pd ligure?
No, no, meglio il Pd. Per gli avvocati avrò tempo quando smetterò di fare il parlamentare.
politica
Genova poco renziana? Ermini a Primocanale: "Dopo Roma e Napoli la più difficile"
E su Paita e Burlando: "Nessun diktat da Renzi"
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