cronaca

Situazione sempre complicata
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“La popolazione locale è poca, davvero poca”. Parlava così un anno fa Michela Arecco dietro il banco di Molino Vecchio, unica bottega di Valbrevenna. Nel frattempo l’impresa dura si è trasformata in impossibile e la chiusura inevitabile.

“Confidavamo in una risposta differente, non c’è stata e stiamo pensando alla soluzione più drastica” racconta a Primocanale ringraziando per il supporto offerto al pari di Conad che qui aveva lanciato il primo esperimento pilota poi ampliato su scala regionale da Carrefour. Se sarà confermata la notizia fa ancora più male perché andrà a sommarsi a quanto è già certo appena qualche chilometro più in la: Vobbia, un’apertura dello scorso maggio si ferma qui: “Speriamo di superare l’inverno, anche se sarà dura” diceva sei mesi fa David Parodi. Era stato questo l’auspicio di uno dei due titolari sotto il castello della pietra.

Purtroppo alle ambizioni non sono seguiti i fatti, dunque chiusura entro Natale e almeno per lui ritorno nel vecchio impiego: “Uno stipendio in due comunque superiore a quanto può regalare una bottega montana strangolata da burocrazia e tassazione” dicono. La pazzia di maggio non è andata come i ragazzi avevano sperato: “Torniamo alla città, lo Stato e la sua burocrazia rendono la vita impossibile a chi fa impresa in altura”. Storie di ragazzi che oltre Viaggio in Liguria aspettano ancora l’apporto della politica. Manifesti di un entroterra che si spopola nonostante il 2016 sarà l’anno dei primi fondi pubblici messi sul tavolo dalla Regione per chi porta avanti un negozio di alimentari in borghi inferiori ai 2000 abitanti.