
Montella rivoluziona la squadra un po’ per forza e un po’ per convinzione. Problemi fisici tengono fuori Silvestre ed Eder e così, là davanti, tocca ancora a Cassano con Carbonero e Lazaros in appoggio: per Muriel la panchina reiterata sembra un’altra bocciatura.
Il primo tempo è il sinonimo della paura. La Lazio prova a forzare il muro di una Sampdoria corta e copertissima, ci provano Candreva, Parolo e Klose ma i blucerchiati sono molto attenti e non soffrono quasi mai. Anzi, alla mezz’ora, la Samp mette il naso fuori dall’area e costruisce con una volata di De Silvestri e i tentativi di Lazaros e Barreto la migliore occasione del primo tempo. 45 minuti condensati, appunto, in una parola, da una parte e dall’altra: paura.
Due squadre piene di timori sono anche quelle che scendono in campo nella ripresa e da raccontare non c’è praticamente niente per quasi mezz’ora: la Sampdoria si difende, con ordine, incapace di ripartire e riesce a farlo solo quando Montella toglie dalla naftalina Muriel e lo inserisce per Cassano. Il colombiano, con una volata, insidia Marchetti ma quando sembra che lo 0-0 sia scritto nella pietra la difesa di addormenta, al solito, e Radu pennella per Matri che inchioda la palla all’incrocio. Sembra finita per la Sampdoria ma Montella si gioca anche la carta Bonazzoli: il ragazzino ne ha voglia e con Muriel spaventa i difensori laziali e Berisha, entrato al posto di Marchetti che si è fatto male per…esultare al gol. Una serie di combinazioni che segnano la svolta finale pro Samp: il portiere albanese rischia il rosso per fermare il colombiano fuori area, alla punizione va Zukanovic che batte a rete e trova anche la testa complice di Felipe Anderson per l’1-1 finale.
L’abbraccio liberatorio dei giocatori, quell’essere stremati a fine gara come dopo una finale, è un segnale dell’incredibile tensione che attanaglia questa Sampdoria. Il punto pesa tantissimo sul piano del morale ma i problemi di una squadra che, ad esempio, ha poca personalità, sono evidenti. Passare il turno in Coppa con il Milan e battere il Palermo domenica potrebbero essere elementi non solo per trascorrere un buon Natale ma per guardare a gennaio più sereni. E al mercato con gli occhi di chi sa che deve fare qualcosa di importante ( e Montella lo chiederà, con tutte le ragioni del mondo) se vuole raddrizzare una stagione che finora è andata decisamente in modo diverso da quello che tutti si aspettavano.
IL COMMENTO
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