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Il senatore ligure scrive alla presidente del Friuli Venezia Giulia
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Assume sempre più i contorni del giallo la vicenda del regolamento sulle concessioni portuali che l'Italia attende da 21 anni. Il Ministero delle Infrastrutture lo ha annunciato più volte, ma al momento non appare affatto in dirittura d'arrivo. Si tratta di un giallo che si snoda nei corridoi di Bruxelles, dove il regolamento sarebbe giunto - il condizionale è d'obbligo, visto che il Governo non lo ha mai confermato ufficialmente - per essere vagliato e ottenere una valutazione di compatibilità con l’ordinamento europeo.

Solo poche settimane fa, il regolamento sulle concessioni portuali era stato inserito dal Corriere della Sera nell'elenco degli undici dossier che riguardano l'Italia sul tavolo di Margrethe Vestager, commissaria Ue alla Concorrenza. Sotto la lente d'ingrandimento di Bruxelles sarebbero finite le concessioni non a gara per durata di 30 o anche 40 anni, che contrasterebbero con l'ordinamento comunitario.

In queste ore sono circolate alcune indiscrezioni che imputanto la "scomparsa" del regolamento sulle concessioni alla mancanza di un responsabili dei temi marittimi all'interno della Rappresentanza italiana alla Commissione Europea, che cura gli atti che il Governo intende sottoporre all'attenzione delle istituzioni di Bruxelles. Una spiegazione 'burocratica' che, insieme ai rallentamenti creati dai dubbi che il regolamento potrebbe aver fatto svolgere, può rappresentare una chiave di lettura valida di questo "giallo".

In attesa che il regolamento riappaia dai corridoio in cui sembra essersi perso, il tema della concessioni portuali ultradecennali continua a fare discutere. Nelle scorse settimane, il senatore di Liguria Civica, Maurizio Rossi, ha scritto una lettera alla presidente di Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. Nella missiva, recapitata per conoscenza anche al ministro Delrio, il parlamentare ligure si definisce sinceramente sorpreso di "vedere che anche a Trieste si rinnovano concessioni per 60 anni". Il riferimento è alla proroga concessa a Trieste Marine Terminal.

"Penso che sarebbe stato opportuno procedere con una gara, vista peraltro la durata lunghissima della concessione, che di fatto diventa una ‘privatizzazione’ di un'area demaniale”, aggiunge Rossi, che sul tema delle concessioni portuali aveva chiesto lo scorso novembre un parere pro veritate degli avvocati Isabella Loiodice e Federico Mazzella. Nel documento dei due legali si ribadisce l'obbligo di gara sia per l'affidamento originario della concessione che per il suo rinnovo, oltre che il ruolo preminente svolto dall'evidenza pubblica nei principi dell'Unione Europea.

Rossi, che nelle scorse settimane ha evidenziato il rischio di un'apertura di un procedimento di infrazione europea, sottolinea la 'fretta' avuta dalla Serracchiani nel concedere la proroga ultradecennale e, in qualche modo, evidenzia una visione opposta della questione tra la presidente friulana e il ministro delle Infrastrutture. “Da quanto appare - scrive Rossi -, ritiene di non attendere né la riforma né il regolamento emanando del Suo collega di partito Ministro Delrio, per assegnare le banchine che dovranno portare l'Italia ad avere un sistema portuale al pari degli altri Paesi europei”.