Seconda giornata di protesta per i lavoratori Ilva aderenti a Fiom-Cgil. Il corteo è partito da Cornigliano alle 7.30 e si è stabilito tra la Sopraelevata e il casello di Genova Ovest. Pesanti i disagi al traffico, con momenti di tensione tra automobilisti in coda e manifestanti. Il presidio, quindi, è sceso verso la rotatoria di via di Francia. Per circa sette ore sono rimasti chiusi sia il casello autostradale di Genova Ovest sia la strada Aldo Moro.
Intorno alle 16 i lavoratori hanno iniziato a smobilitare il presidio ai piedi della Sopraelevata. La circolazione stradale è tornata verso la normalità, pur con qualche residuo rallentamento. I manifestanti sono tornati in fabbrica attraverso Lungomare Canepa per decidere le azioni da intraprendere nelle prossime ore.
| La situazione del traffico in città e in autostrada aggiornata in tempo reale |
E Bruno Manganaro, segretario Fiom-Cgil Liguria, ha annunciato che “se entro stasera non arriverà la convocazione ufficiale con presenza di un ministro, domani sarà sciopero di tutti i metalmeccanici di Genova. Chiamiamo gli operai di tutte le fabbriche a manifestare in difesa dell'Ilva. Andremo a manifestare in centro”. La concentrazione è già stata fissata per le 8.30 in piazza Massena, a Genova Cornigliano. L'obiettivo del corteo sarà la Prefettura.
Oggetto del contendere è ancora la convocazione del Comitato di Vigilanza a Roma prevista per il 4 febbraio. Nei giorni scorsi il Governo ha comunicato la data prima attraverso una mail informale della prefettura, poi con un documento ufficiale che però non conteneva il nome del ministro che avrebbe partecipato all'incontro. Fiom-Cgil ha parlato di “truffa” e ha proclamato lo stato di agitazione: "Chiediamo di parlare con quelli che decidono, non con quelli che ascoltano". Dopo la protesta di ieri, con blocco e disordini in via Cornigliano, il presidio dei lavoratori si è concentrato nella zona di San Benigno. Il segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso, ha raggiunto il presidio intorno alle 14.
GIORNATA DI PASSIONE – La situazione è degenerata intorno alle ore 9, quando il corteo ha bloccato lo svincolo della Sopraelevata nei pressi dell'elicoidale. Si sono vissuti anche momenti di tensione: qualche litigio è scoppiato tra automobilisti e lavoratori Ilva. “Dobbiamo andare a lavorare”, hanno protestato i genovesi in coda. La Polizia Municipale ha poi autorizzato i veicoli a fare retromarcia per prendere l'uscita dalla Aldo Moro. Intorno a Mezzogiorno la Sopraelevata è stata sgomberata, ma non ancora riaperta. Il presidio ha preso possesso della rotatoria di via di Francia
I disagi al traffico hanno avuto ripercussioni su tutta la città. La situazione più critica tra San Benigno e Sampierdarena: via di Francia bloccata dai mezzi pesanti, mezzi incolonnati anche in via Cantore.
Chiuso il casello autostradale di Genova Ovest in entrambe le direzioni, così come il tratto compreso tra l'allacciamento A7/A10 e l'uscita. I rallentamenti in autostrada si sono spostati verso i caselli di Genova Est e Genova Nervi, presi d'assalto dagli utenti diretti in città.
Fino a cessate esigenze, la Polizia Municipale ha disposto l'uso libero delle corsie gialle dedicate ai mezzi pubblici in tutto il Comune di Genova, in modo da smaltire il traffico eccessivo sulle direttrici principali.
LE REAZIONI A PRIMOCANALE
Bruno Manganaro, segretario Fiom-Cgil Liguria – "C'è un silenzio totale da parte di istituzioni, governo e politica. Sembra che ciò che sta succedendo non provochi nessun interesse. Il rischio è che si aumenti il conflitto, ognuno si assumerà le sue responsabilità. Abbiamo semplicemente chiesto di discutere con qualcuno che il Governo lo rappresenti sul serio. Se questo è impossibile, ne trarremo le conseguenze. Se entro stasera nessuno è disponibile a rispondere alle richieste di un'intera città, andremo anche in centro cittadino"
Susanna Camusso, segretario nazionale Cgil: "Con il presidio di oggi ci stiamo muovendo perché ci siano le risposte. Il nostro obiettivo non è moltiplicare la mobilitazione, ma far sì che il Governo si assuma l'onere di dare risposte che nel bando non ci sono. A Taranto la situazione è più delicata, è avvenuta una spaccatura che a Genova non c'è perché la città è solidale sulle tematiche del lavoro".
Emanuele Piazza, assessore allo sviluppo economico del Comune di Genova - "È pensabile che si continui a bloccare una città per una richiesta che non esiste? Siamo in un non-senso. Il tavolo è stato chiesto dal ministero dello sviluppo economico. Se non ci saranno risposte da quel tavolo ci potranno essere le proteste, ma ad oggi la situazione di protesta è prematura".
Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria - "La rabbia dei lavoratori è comprensibile. Occorre non aumentare la tensione in città perché nessuno ci guadagnerebbe, ma occorre anche che il governo faccia chiarezza sul destino dell'Ilva in tutte le sue parti. Vedremo quali saranno le risposte. Mi auguro che le dichiarazioni che arriveranno abbiano un piano industriale serio e possano rilanciare un settore strategico per l'Italia".
Marco Doria, sindaco di Genova - "Per il futuro dell'Ilva la città di Genova ha bisogno di una grande coesione, non di lacerazioni. Il fatto che una sola sigla sindacale anticipi il risultato di un tavolo con il Governo convocato il 4 febbraio non favorisce l'avvicinarsi alla soluzione dei problemi". Così il sindaco a margine dei lavori del consiglio comunale critica la nuova giornata di sciopero all'Ilva di Cornigliano convocata dalla Fiom.
Maurizio Rossi, senatore Gruppo Misto-Liguria Civica, intervenuto in aula - “Il Governo deve trovare una soluzione alle richieste legittime dei lavoratori. Renzi ha messo la faccia su Taranto, non dev'esserci una battaglia tra le due città, ma la presenza del Governo è fondamentale. Il ddl è un gran pasticcio: non è chiaro il progetto né a chi è rivolto il bando per la privatizzazione, che scade il 10 febbraio. Non sono chiare quali garanzie sociali dovranno essere rispettato e soprattutto non è chiaro che fine farà l'Accordo di Programma e se l'eventuale acquirente sarà tenuto a rispettarlo. Non è chiaro se esistono i soldi per il piano ambientale e se i soldi bloccati dai magistrati svizzeri inficiano l'investimento”
Antonio Apa, segretario generale Uilm Genova – "L'atto ufficiale da parte del Governo c'è stato ieri, quindi noi ci riteniamo soddisfatti. Andremo ad ascoltare ciò che hanno da dirci rispetto ai problemi che abbiamo sollevato. L'integrazione al reddito è stata già recipita nell'emendamento, e anche i lavori di pubblica utilità. Bisogna capire se c'è la salvaguardia della produzione industriale a Genova. Se difendiamo gli interessi di Taranto più di quelli di Genova? Una grande s*****ata. Qui è in discussione l'intera siderurgia. Non stiamo dando un grande spettacolo. Se si vendesse a pezzi, quale imprenditore verrebbe a Genova, sapendo che la realtà è questa?"
Armando Palombo, coordinatore Rsu Ilva per Fiom, durante l'assemblea con la segretaria nazionale Cgil Camusso – "Noi stiamo combattendo contro la vendita al buio del Governo. Partiamo da Genova. Dopo nove, dieci decreti la situazione è più ingarbugliata di prima. Nel bando di vendita si parla, per chi comprerà, di “adeguate garanzie occupazionali”. Tutti sanno che non significa avere garanzie. Migliaia di lavoratori rischiano il posto del lavoro in una situazione internazionale molto delicata. Su Genova ancora peggio, perché noi, facendo una scommessa con la politica, abbiamo chiuso un altoforno che produceva, non inquinava e assumeva. C'è un accordo disatteso, firmato da tutti gli enti locali e nazionali. Abbiamo preteso che fosse votato con delibere regionali e comunali e avesse un valore giuridico. A distanza di dieci anni la città ha perso 1.100 posti di lavoro nel silenzio. E adesso il governo vuole bruciare l'accordo. Chi comprerà lo straccerà. Vogliamo un incontro col ministro"
Marco Doria, sindaco di Genova - "Per il futuro dell'Ilva la città di Genova ha bisogno di una grande coesione, non di lacerazioni. Il fatto che una sola sigla sindacale anticipi il risultato di un tavolo con il Governo convocato il 4 febbraio non favorisce l'avvicinarsi alla soluzione dei problemi. Invito tutti a un grande senso di responsabilità. Andrò il 4 febbraio a Roma determinato a difendere gli interessi della città, dei lavoratori dell'Ilva, delle prospettive industriali e occupazionali di Genova nel migliore dei modi. Vedrò se quello che emerge basta, non basta e il lavoro che c'è da fare. Dev'essere un incontro in cui emergono delle assunzioni di responsabilità dal punto di vista politico, a partire dalla prospettiva dell'Accordo di programma. Voglio che emergano delle posizioni chiare, le giudicherò nel merito il 4 febbraio. Abbiamo recepito e condiviso la richiesta dei sindacati di un incontro con il Governo che coinvolgesse tutti i firmatari dell'Accordo di programma 2005 sull'Ilva di Cornigliano tuttora in vigore. La convocazione è arrivata per il 4 febbraio e riguarda Ministeri diversi. La convocazione era la richiesta ed è stata eseguita, non risolve tanti problemi che ci sono, abbiamo il dovere di discutere nel merito delle questioni: la difesa dei lavoratori, le prospettive industriali del gruppo Ilva e le prospettive del sito produttivo di Cornigliano".
Il Pd genovese - “Sul caso Ilva bisogna lavorare tutti per abbassare la tensione, che sta superando il livello di guardia e agire per ricomporre un fronte unitario dei lavoratori, dei sindacati e delle istituzioni locali. Arriviamo all’appuntamento del 4 febbraio con alcuni punti fermi: gli investimenti del Governo decisi nel Salva Italia; l’integrazione al reddito dei lavoratori garantita fino al mese di settembre e gli impegni dei Consigli regionale e comunale per garantire un futuro produttivo a Taranto e Genova. Per noi è importante lo sviluppo della politica industriale e cioè quello che avverrà dal 4 febbraio in poi, quando partirà la selezione pubblica del futuro acquirente di Ilva. Il Partito Democratico è impegnato, proprio in questa prospettiva, a mettere in sicurezza due aspetti fondamentali: le garanzie occupazionali per i lavoratori e la certezza di una prospettiva industriale per tutta l’Ilva e per il sito di Genova”.
Alice Salvatore e Marco De Ferrari (Movimento Cinque Stelle) - "Sostegno ai lavoratori Ilva Genova che in queste ore manifestano la propria rabbia a Genova. L'accordo di programma va rispettato senza sé e senza ma. In collaborazione con i portavoce nazionali M5S, abbiamo lavorato a un emendamento al Milleproroghe sul decreto Salva Ilva che porterà la solidarietà del 70% avanti di un anno ulteriore, da settembre 2016 a settembre 2017. Con coperture assolutamente garantite. A livello nazionale, abbiamo trovato le risorse, e ciò significa che è sufficiente la volontà politica. Ora spetta a Comune e Regione trovarne ulteriori per garantire i lavori di pubblica utilità (LPU), per integrare il reddito e restituire dignità ai lavoratori e alle loro famiglie"
cronaca
Protesta Ilva: città bloccata, tutti i metalmeccanici Fiom in piazza
Se non arriverà dal Governo il nome di un ministro per l'incontro del 4 febbraio
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