cronaca

Il 'boss di Soziglia' patteggia a quattro anni e 4 mesi
1 minuto e 24 secondi di lettura
Tre rinvii a giudizi con rito ordinario, un patteggiamento e tre rinvii a processo con rito abbreviato: si è conclusa così l'udienza preliminare per la banda di Marietto Rossi, il Vallanzasca genovese, accusata dell'omicidio del corriere della droga Giovanni Lombardi avvenuto lo scorso febbraio a Levaggi, sopra Borzonasca.

Rossi, insieme a Paolo Barigione e Paolo Saba hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato e la prima udienza è stata fissata per il prossimo 21 marzo davanti al gup Maria Teresa Rubini. Cosimo Salvatore Catalfamo, Gianluca Rosetta e Mario Caldaroni, invece, sono stati rinviati a giudizio davanti alla corte d'assise dove il processo inizierà il 12 aprile.

Giacinto Pino, soprannominato il "boss di Soziglia", ha patteggiato la condanna a quattro anni e quattro mesi, per la detenzione di due chili di cocaina. Tutti, tranne Giacinto, sono accusati di concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e tentato occultamento di cadavere (escluso Saba per questo ultimo reato) e detenzione di droga. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile, coordinati dal pm Alberto Lari, Giovanni Lombardi stava vendendo due chili di cocaina a Marietto Rossi, che poi lo avrebbe assassinato alla presenza di due complici, Catalfamo e Caldoroni.

Marietto aveva confessato di avere fatto tutto da solo, ma per gli inquirenti non sarebbe andata così. Gli agenti arrivarono sul luogo dell'omicidio perché stavano indagando sulla 'Banda Rossi' per una serie di rapine e assalti a uffici postali: i poliziotti avevano piazzato cimici sulle auto degli indagati e questo permise loro di arrivare a Levaggi subito dopo l'omicidio, bloccando il gruppo mentre cercava di seppellire il cadavere nel terreno di Rosetta, dove nei giorni precedenti era stata scavata una fossa.