In Liguria tre imprese dell'artigianato su quattro sono esposte alla concorrenza sleale. Secondo gli ultimi dati Istat e Infocamere (terzo trimestre 2015) diffusi dall'Ufficio studi di Confartigianato, la piaga dell'abusivismo colpisce ben 33.206 artigiani liguri (di questi, 10 mila sono altamente esposti).
Si tratta del 73,5% del totale del settore nella nostra regione: l'incidenza maggiore d'Italia, in cui la media si attesta al 65,8%. "Un fenomeno che sottrae economia e lavoro alle micro e piccole imprese artigiane che portano avanti la propria attività non solo con onestà e impegno, ma anche facendo i conti con la pesante fiscalità e la burocrazia di tutti giorni, che invece in molti preferiscono aggirare", afferma Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria.
Analizzando i dati provinciali, gli artigiani più esposti al fenomeno del sommerso sono a Genova: se ne contano 16.942. Seguono quelli savonesi (circa 7 mila) e imperiesi (5.388). Alla Spezia se ne contano 3.875.
Sono le costruzioni l'attività economica più minacciata in Liguria: poco più di 11 mila le microimprese genovesi, quasi 4.770 quelle savonesi, 3.772 a Imperia e 2.300 circa alla Spezia. Un altro settore artigiano particolarmente esposto è quello dei servizi alla persona: la maggior parte comprendono parrucchieri ed estetisti, ma anche lavanderie, riparazione di mobili e altri oggetti d'arredamento, computer o periferiche. Il settore nel suo complesso conta 2.541 microimprese esposte a Genova, 1.154 a Savona, quasi 900 a Imperia e 783 alla Spezia.
Trasporto e magazzinaggio contano 1.980 microimprese artigiane esposte nella provincia di Genova. 436 a Savona, 299 a Imperia e 297 alla Spezia. Ristoratori, pasticceri, gelatai: anche questi artigiani sono minacciati dalla concorrenza sleale, e non sono pochi. A Genova se ne contano 817, a Savona sono 381. Nello spezzino 234, nell'imperiese 180.
È drammaticamente confermato quanto denunciamo da tempo - dice l'assessore regionale Edoardo Rixi dopo la diffusione dei dati - dall'indagine effettuata dalla Confartigianato, la Liguria risulta detenere il triste primato nazionale per dimensioni della piaga dell'abusivismo, una situazione che non può più essere sopportata: purtroppo è l'evidente frutto di scelte sbagliate nel passato anche recente, di eccessiva tolleranza e addirittura di legalizzazione di contesti dove l'irregolarità è una regola. Ne è esempio eclatante l'ormai famoso mercatino ex via Turati a Genova, spostato e legalizzato dal Comune in corso Quadrio, che continua da anni a penalizzare con la sua presenza tutto il tessuto economico della zona circostante nel cuore del Centro Storico e a due passi dall'Acquario"
"Per stroncare il business malavitoso del commercio abusivo, le istituzioni hanno l'obbligo di adottare ogni strumento legislativo che disincentivi pratiche illecite, a partire dal sequestro della merce - continua Rixi, che poi chiede "ai Comuni un impegno forte nella lotta serrata a ogni forma di abusivismo che genera il circolo vizioso della concorrenza sleale sulle imprese regolari. Come Regione Liguria siamo pronti a istituire, in accordo con gli altri enti, associazioni datoriali e Anci Liguria, un tavolo regionale antiabusivismo per prevenire e stroncare questa intollerabile pratica che uccide le attività oneste e desertifica i nostri quartieri.
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Artigianato: in Liguria il primato nazionale dell'abusivismo
Tre imprese su quattro danneggiate dalla concorrenza sleale
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