"Può dirci ora e oggi che cosa è secondo Lei il servizio pubblico e perché dovrebbe essere gestito dalla Rai anche dopo il 6 maggio quando scade la concessione?". Questa la domanda rivolta in Commissione di Vigilanza Rai dal senatore Maurizio Rossi durante l'audizione del direttore generale Rai Antonio Campo Dall'Orto.
Il parlamentare di Liguria Civica denuncia da tempo, infatti, come il governo - nonostante l'avvicinarsi della scadenza della concessione Stato-Rai - non abbia ancora provveduto a indicare cosa sia definibile servizio pubblico. "Visto che il Consiglio non conta più nulla, le nomine che farà Lei e in particolare quelle editoriali, verranno fatte sulla base di quali requisiti e di quali criteri?", ha chiesto inoltre il senatore al direttore genarale.
Rossi si è poi rivolto al direttore editoriale Carlo Verdelli. "La normativa comunitaria dice una cosa: il servizio pubblico deve essere dato al soggetto in grado di dare il miglior servizio al costo inferiore, nel puro interesse dei cittadini. Perché deve farlo Rai, se c’è chi, scadendo la concessione, lo sa fare meglio? Su internet, sulla radio, sulla televisione", ha chiesto il senatore.
"Secondo lei il prodotto servizio pubblico è chi lo fornisce o è il prodotto che viene fatto?", ha domandato ancora Rossi. "La BBC ha detto una frase, che è stata evidenziata in maniera molto forte dai giornali inglesi: “Noi siamo la BBC e quello che facciamo noi è servizio pubblico”. È molto simile a quello che ha detto la Rai per questi vent’anni ma non può andare avanti così nei prossimi vent’anni. Non è il soggetto che produce un programma, che siccome lo fa lui è servizio pubblico È quello che dà che può essere o meno servizio pubblico".
Ma sono tante le domande che secondo il senatore ligure attendono da tempo una risposta. Con quale procedura sarà data la concessione dal 7 maggio? Sarà data a uno o a più soggetti? Per quanti canali? Per quanti anni? I canali di servizio pubblico devono essere con o senza pubblicità? "Non ci stanno dicendo nulla di quello che si vuol fare dal 7 maggio", ha chiosato Rossi.
"C’è il rischio di infrazioni europee sia sulla metodologia di affidamento dal 7 maggio sia per quanto concerne il palese vantaggio competitivo che deriva da 1 miliardo e 700 milioni di canone che incassa la Rai garantito nei confronti degli altri soggetti sul mercato", ha affermato in chiusura Rossi, ribadendo la sua proposta di dare una proroga alla Rai di un anno per avere il tempo di entrare nel merito della questione ed evitare di incorrere in possibili sanzioni europee.
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Servizio pubblico, Rossi: "Campo Dall'Orto spieghi perché dovrebbe gestirlo la Rai"
Durante l'audizione del direttore generale in Commissione di Vigilanza
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