Cesare Castelbarco Albani e Piero Montani non saranno più, rispettivamente, il presidente e l'amministratore delegato di Banca Carige. Senza troppi infingimenti lo annuncia il principale azionista dell'istituto (con oltre il 17 per cento) Vittorio Malacalza, attraverso una nota ufficiale della società di famiglia che detiene il pacchetto azionario, la Malacalza Investimenti.
Al terzo capoverso del documento si legge, infatti, che secondo l'investitore occorre "determinare le condizioni per una guida della banca che assicuri nel prossimo futuro quella piena esplicazione, fino ad oggi inespressa, delle potenzialità di consolidamento, rilancio e sviluppo, il cui sollecito avviamento è tanto più necessario e urgente in considerazione della presente critica contingenza di sistema".
Non c'è un'esplicita critica all'operato dell'attuale vertice della banca, anche perché i risultati conseguiti sono lì a parlare in nome di Castelbarco e Montani, ma è evidente che i Malacalza hanno deciso di uscire allo scoperto in vista dell'assemblea che essi stessi hanno chiesto di anticipare a fine marzo.
Gli imprenditori genovesi al momento del loro ingresso in Carige hanno trovato la squadra di comando già fatta, e figlia dello scandalo che ha travolto l'ex presidente Giovanni Berneschi, e non le hanno fatto mancare il loro sostegno. Ma con l'approssimarsi della scadenza assembleare si sono trovati fuori posizione: qualunque parola positiva avessero pronunciato su Castelbarco e Montani sarebbe suonata come la volontà di confermarli, mentre anche la critica più velata sarebbe stata presa come un benservito dato in malo modo.
La strada di una nota che facesse chiarezza è stata così ritenuta la più corretta e anche la più rispettosa per il lavoro e l'impegno profuso dal top management, che ha consentito di centrare almeno gli obiettivi più urgenti. Poi, certo, ci sono alcuni aspetti che l'azionista Malacalza ritiene si possano migliorare e, difatti, nel comunicato si osserva che "le potenzialità ancora inespresse di Carige risiedono nel suo forte radicamento territoriale, nel suo tradizionale rapporto con i risparmiatori e con il tessuto imprenditoriale".
La nota parla poi di una serie di ragioni che devono spingere ad avere fiducia nella banca e fra queste viene citato il "particolare valore" che deve essere riconosciuto "all'attuale configurazione del nuovo assetto della compagine azionaria, caratterizzata dalla presenza di nuovi soci con vocazione imprenditoriale e, in genere, di un'ampia pluralità di soci, alcuni dei quali titolari di partecipazioni consistenti, con forti legami con il territorio nel quale Carige tradizionalmente e prevalentemente opera".
Questo passaggio è certamente la rivendicazione del ruolo che i soci più rilevanti hanno avuto nel sostenere la banca durante la fase più critica, con una cospicua immissione di liquidità attraverso due successivi aumenti di capitale, ma al tempo stesso rappresenta, da parte dei Malacalza, una piena assunzione di responsabilità rispetto al futuro del principale istituto di credito ligure. Che d'ora in poi avrà il loro marchio, nel bene e nel male.
Ma chi saranno i successori di Castelbarco e Montani? Nomi ancora non se ne fanno, anche perché - come riferisce l'agenzia di stampa Radiocor - sono ancora "necessari dei passaggi tecnici e istituzionali". Tuttavia, tanto per il presidente quanto per l'amministratore delegato, secondo quanto riferisce una fonte, "ci sono idee già chiare e ben precise". I giorni che separano dall'annuncio, quindi, dovrebbero essere pochi e saranno spesi per le ultime limature in vista dell'assemblea che procederà al rinnovo del consiglio (che arriva alla sua naturale scadenza) e al successivo conferimento degli incarichi.
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Svolta in Carige, Malacalza non confermerà al vertice Castelbarco e Montani
Annuncio del principale azionista. Ancora top secret i successori
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