cronaca

Oltre una quarantina i firmatari
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Sono oltre una quarantina i firmatari, tra associazioni pacifiste e cittadini, di un esposto presentato in Procura alla Spezia per chiedere ai magistrati di verificare eventuali violazioni sulle esportazioni di sistemi militari italiani in direzione di paesi in guerra. Le associazioni - da Rete italiana per il Disarmo, ad Amnesty International e Funzionari Senza Frontiere - chiedono sia fatta chiarezza su recenti esportazioni di armi che dall'Italia sono state inviate in Arabia Saudita per bombardare lo Yemen, senza alcun mandato internazionale delle Nazioni Unite.

I firmatari contestano una violazione della legge 185 del 1990 secondo cui l'Italia non può esportare armi verso paesi in guerra - appunto senza risoluzione delle Nazioni Unite - e che violino i diritti umani. Secondo quanto raccolto da chi ha presentato l'esposto, dal porto della Spezia sarebbero partite recentemente spedizioni verso gli Emirati Arabi, alleati dell'Arabia Saudita, per un totale di 21 milioni in armamenti e munizioni.

Le armi, sostengono le associazioni, sono prodotte in stabilimenti del nord Italia e della Sardegna. I firmatari hanno ricordato che l'Arabia Saudita sarebbe il paese che affianca l'Isis per quel che riguarda gli armamenti. "Ma è l'Occidente che sta armando l'Isis attraverso l'Arabia Saudita. Se vogliamo fermare l'Isis - ha detto Giorgio Pagano, di Funzionari Senza Frontiere - dobbiamo combattere questo enorme affare che è il commercio delle armi". L'esposto è già stato presentato anche nelle procure di Roma, Brescia, Verona.