politica

Protesta in concomitanza con il tavolo interregionale sul demanio marittimo
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Stessa spiaggia, stesso concessionario (a vita)? L'Europa dice no, i balneari non ci stanno. La bagarre va avanti ormai da qualche anno e oggi è andato in scena l'ennesimo capitolo. In concomitanza con il tavolo interregionale sul demanio marittimo, si è svolta per le strade di Roma una nuova protesta dei balneari, che non vogliono sentir parlare di mettere all'asta le concessioni demaniali. All'orientamento europeo, che vuole che la concessione sia assegnata tramite evidenza pubblica, loro preferiscono il vecchio diritto d'insistenza, che preferisce lasciarla in mano a chi ce l'ha già.

Sull'intera vicenda pende la spada di Damocle della Corte di Giustizia Europea, che dovrà esprimersi sulle attuali proroghe al 2020 (contestate da alcuni tribunali italiani). Dall'approvazione della direttiva Bolkestein - correva l'anno 2006 -, l’Italia ne ha più volte rinviato l’applicazione, incorrendo anche nell'apertura di una procedura di infrazione. Nel frattempo, tuttavia, i titoli sono stati prorogati due volte: prima al 2015, poi al 2020. E su questo secondo rinnovo si pronunceranno i giudici europei.

Ma i balneari vanno per la loro strada e chiedono un rinnovo "almeno per 30 anni". C'è chi - come la Regione Toscana - ha avanzato una proposta più moderata per andare incontro alle richieste dei balneari, con rinnovi delle concessioni dai sei ai 20 anni sulla base dei piani di investimento presentati. Proposta rispedita al mittente, come spiega anche l'assessore regionale della Liguria Marco Scajola, in prima fila al fianco dei balneari. L'assessore ligure definisce infatti "un primo passo " la proposta della Regione Toscana, ma ribadisce che "bisogna andare oltre, vogliamo delle proroghe tout court".

Quindi, o proroghe o niente. Anzi, o proroghe o scontro, visto che Scajola, dopo aver rimproverato eccessivo immobilismo al governo, annuncia: "la Liguria va avanti, anche da sola. Noi gare non ne facciamo e abbiamo pronta una legge regionale nel caso in cui il governo non facesse la sua parte".

Un atteggiamento intransigente che, tuttavia, difficilmente pagherà. La direzione intrapresa dall'Europa è chiara e va verso la gara pubblica per le concessioni. La proroga "tout court", come chiesta dai balneari, non sembra dunque poter avere grandi chance, anche perché rischierebbe di contrastare non solo con la direttiva Bolkestein, ma anche con la libertà di stabilimento sancita dai trattati europei. Tutto comunque passerà dalla decisione della Corte di Giustizia europea, che non dovrebbe tardare. Da lì si capirà se le proteste dei balneari hanno qualche speranza o, come sembra, avranno le gambe corte.