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Il caso del consigliere leghista De Paoli sarà discusso in aula martedì prossimo
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"Anche se i contenuti della frase pronunciata da De Paoli fossero quelli con l'aggiunta della negazione 'non' ritengo opportuno stigmatizzare e censurare l'accostamento della parola 'stufa' al tema dell'omosessualità". Così il presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone prende le distanze dalla frase "Se avessi un figlio gay, non lo brucerei nel forno", pronunciata, a suo dire, dal consigliere regionale leghista Giovanni De Paoli a margine dei lavori di una commissione con alcuni genitori di figli omosessuali. Questi ultimi però hanno raccontato che la frase pronunciata era: "Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno" "Un accostamento inopportuno indipendentemente dal 'non' - sottolinea Bruzzone - vista la triste storia del passato e ciò che succede agli omosessuali nel mondo ci è noto".

"Non sono in grado di conoscere con certezza, non lo è nessuno, le parole dette dal consigliere De Paoli nel corridoio dell'aula adibita alle riunioni di commissione, lo dico con estrema chiarezza. Sicuramente il consigliere De Paoli ha detto qualcosa, se la frase fosse stata quella scritta sui giornali, non la voglio ripetere, il fatto sarebbe di una gravità inaudita, ma uso il condizionale perché non esiste certezza". Il 'caso' sarà discusso in Consiglio regionale in una seduta della prossima settimana. I consiglieri Pd Raffaella Paita e Giovanni Lunardon hanno chiesto al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti di riferire oggi in aula sulla frase di De Paoli "per difendere l' onorabilità dell'istituzione regionale, ci dica cosa pensa". Il presidente Toti ha confermato che interverrà martedì prossimo, così come tutti i gruppi politici presenti in consiglio. De Paoli, presente in aula, non ha preso la parola.