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L'ex premier al Ducale per il Festival di Limes
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La guerra è l'ultima cosa da fare, il problema libico è di una società sfrangiata con mille tensioni, con tribù, bande armate diverse. O c'è una vera unità che ti chiama, allora vai a ricostruire lo Stato, a fare la pace, oppure chiunque vada è nemico del popolo". È l'indicazione di Romano Prodi, a Genova a Palazzo Ducale, per partecipare al Festival di Limes.

"Sulla divisione in tre parti della Libia non ne vedo la possibilità o la convenienza. È vero che hanno una storia diversa le tre regioni, ma ormai lo Stato unitario c'è da molto tempo e le divisioni sono anche interne a queste tre regioni. Mi permetta di essere sospettoso che in caso di divisione o le potenze esterne o vicine potrebbero metterci la mano sopra", ha aggiunto.

"In Libia serve un governo di unità nazionale che rappresenti veramente il Paese", ha sottolineato l'ex premier. "Le tensioni tra Tobruk e Tripoli, devono farci stare attenti che un governo rabberciato darebbe poco affidamento. Occorre - ha concluso - che intorno al tavolo si mettano magari non tutte le 140 tribù ma almeno una buona parte di chi rappresenta veramente il Paese".

"Una guerra di terra in Libia in queste circostanze avrebbe bisogno di una quantità di soldati enorme", ha osservato Prodi. "Ho letto un dialogo tra Giolitti e un capo di stato maggiore dell'esercito italiano, che gli dice: dobbiamo andare in Libia, c'era un milione di abitanti un secolo fa, quindi occorrono 100.000 soldati. Giolitti in dialetto piemontese gli rispose: facciamo 200.000 e non se ne parli più. Attenzione ai discorsi che si fanno su 3.000-4.000 soldati", ha proseguito Prodi secondo il quale "pochi anni fa Francia e Gran Bretagna hanno attaccato la guerra in Libia senza sapere cosa sarebbe successo, seguite in modo incomprensibile dall'Italia".

"Non ho mai visto un paese che fa una guerra contro se stesso. Era evidente che un paese diviso tenuto fermo dalla mano di Gheddafi senza una prospettiva sarebbe scoppiato - ha sottolineato Prodi - Col caos in Libia gli immigrati sono tornati un problema enorme, tanti più ne verranno in futuro, la crescita demografica subsahariana è impressionante".