economia

Lettera degli ex azionisti al ministro Guidi e al commissario Vestager
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Due lettere, datate 8 marzo, sono state inviate da Riva Fire, ex azionista di Ilva, al Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi e al capo della Direzione Ue alla Concorrenza, Margarethe Vestager, contestando "una ricostruzione" della vicenda Ilva fatta dai Commissari straordinari "gravemente erronea" e "in aperto contrasto con precise risultanze documentali".

In particolare, secondo quanto riporta l'Ansa, Riva Fire ribadisce di non aver mai violato le norme ambientali previste dall'Aia come invece affermano i Commissari Straordinari nella Relazione sulle cause dello stato di insolvenza pubblicata sul sito dall'Ilva. Gli ex azionisti di Ilva chiedono quindi al Ministro Guidi, cui compete la sorveglianza sulla procedura amministrativa straordinaria di Ilva, "di ingiungere ai Commissari Straordinari di procedere all'immediata rettifica" e di togliere "ogni riferimento alle presunte - e in realtà insussistenti - violazioni dell'Aia". In mancanza Riva Fire riterrà "direttamente responsabile il Ministero" in ogni sede "anche sovranazionale".

Per quanto riguarda il rispetto della normativa ambientale AIA, gli ex azionisti di Ilva contestano il comportamento dei Commissari Straordinari, che "da ricorrenti notizie di stampa" accrediterebbero "anche in sede giudiziaria una ricostruzione degli eventi palesemente smentita da ampia e concordante documentazione in loro mani"."Anche di tale comportamento gravemente lesivo del nostro diritto di difesa - scrive Riva Fire nelle due lettere datate 8 marzo - riterremo direttamente responsabile il Ministero dello Sviluppo Economico".

Da tempo i Riva lamentano "un esproprio di fatto ingiustamente subito". Nella documentazione fornita da Riva Fire a sostegno delle sue affermazioni, vengono citate le affermazioni dei periti nominati dal Gip di Taranto, quelle del Ministero dell'Ambiente e del Garante dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per l'Ilva di Taranto. Quest'ultima autorità - si legge nelle due lettere - "nel giugno del 2013, proprio alla vigilia dell'ammissione di Ilva Spa alla procedura di commissariamento, ha espressamente riconosciuto l'assenza dell'Aia, da parte di Ilva Spa, che potessero giustificare una richiesta di commissariamento".