Gli spezzini difficilmente riescono a capire cosa si cela dietro alla grave crisi politica del Comune della Spezia, cosa c’è dietro a dimissioni, scontri, ripicche che attanagliano la giunta, il partito democratico e i principali esponenti delle istituzioni cittadini. Vedono invece bene i cantieri fermi di piazza Verdi, le strade dissestate, la frana di Montalbano, il disordine nell’accoglienza dei crocieristi.
Il Partito Democratico si sta dimostrando incapace di gestire la situazione. E tutto sembra legato ai personalismi di chi è, o si sente, forte a tal punto da condizionare le scelte politiche per pure logiche di potere. Sono Andrea Orlando, Raffaella Paita e Lorenzo Forcieri ad avere in mano il Pd. E lo stanno conducendo al disastro, insieme alla città.
Il sindaco, Massimo Federici, appare invece sempre di più la vittima sacrificale, incapace di opporsi agli ordini di scuderia (Paita) e costretto a reagire in modo scomposto ai ricatti politici degli avversari di corrente, Orlando e Forcieri, che – secondo i rumors che provengono dall’interno del partito – hanno già trovato un accordo politico che ha un solo obiettivo: mettere in minoranza i paitiani e condurre lo stesso Forcieri alla candidatura a sindaco alle elezioni del 2017.
Il ruolo del presidente del Porto sembra essere quello più inquietante: il suo primo obiettivo è ottenere una conferma in Porto alla Spezia, eludendo il vincolo del doppio mandato, grazie alla riforma che trasforma lo scalo spezzino in Autorità Portuale di Sistema di Spezia e Carrara. Per farlo ha bisogno dell’appoggio di Toti e della giunta regionale, dall’altra del Governo. Così da una parte flirta con il centro destra, dall’altra costruisce saldi rapporti romani (e toscani) con gli uomini che contano nel Partito Democratico.
Se il giochino (cioè la spartizione dei porti liguri, Biasotti a Genova, Forcieri a Spezia) dovesse saltare, lo stesso Forcieri avrebbe pronto il paracadute della candidatura a sindaco della Spezia, garantita da Orlando. Se invece arrivasse la riconferma in via del Molo, Forcieri sarebbe pronto a spendersi per il sostegno di Alessandro Pollio, orlandiano di ferro, assessore dimissionario, nella corsa a palazzo civico.
Gli spezzini guardano con sdegno la città e il porto bloccati, ma anche le liti dei politici che comandano da decenni. Bisogna solo aspettare un anno e capire se avranno il coraggio di cambiare abitudine, conservatori come sono, nel momento di entrare nell’urna elettorale e mettere la croce.
Al commento ha replicato il ministro Andrea Orlando:
"La ricostruzione pubblicata sul sito Primocanale.it, a firma di Andrea Scuderi, è completamente infondata. A dirlo il ministro della giustizia Andrea Orlando che smentisce qualsiasi accordo in fieri in vista delle amministrative che coinvolgeranno il comune della Spezia nel 2017.
Il sindaco, aggiunge Orlando, alla scadenza naturale del mandato, sarà scelto secondo le forme previste dallo statuto del PD con il più ampio coinvolgimento degli iscritti e degli elettori".
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Le logiche di potere, gli intrighi di Forcieri e il disastro spezzino
Dopo le dimissioni di tre consiglieri "orlandiani"
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