cronaca

Il tunisino ucciso a Sabrata probabile organizzatore di numerosi attentati
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Chi ha ospitato a Genova Noureddine Chouchane, il tunisino ucciso a Sabrata il 19 febbraio da un raid americano e ritenuto la mente di numerosi attentati tra i quali quello al museo del Bardo a Tunisi? Quanto si è fermato in Liguria e come mai ha chiesto e ottenuto un passaporto proprio nel capoluogo ligure anche se formalmente non vi risiedeva?

Sono gli interrogativi che si pone il pool antiterrorismo di Genova (pm Federico Manotti e Silvio Franz) che da oggi ha formalmente aperto un'inchiesta. Il fascicolo al momento è per "atti relativi" ma nelle prossime ore potrebbe già essere iscritta una prima ipotesi di reato: quella del reclutamento a fini terroristici.

Nel mirino degli investigatori della Digos, a cui sono state affidate le indagini, c'è la presunta rete di contatti che il tunisino aveva a Genova. Ci sono tracce del suo "passaggio" sicuramente a gennaio 2011, a ridosso del rilascio del passaporto da parte del consolato tunisino. Poi Chouchane si sarebbe spostato ad Ancona, dove avrebbe ottenuto un permesso di soggiorno, fermandosi però per pochi mesi.

Nelle Marche, secondo gli investigatori genovesi, ci sarebbe stata una cellula attiva nel reclutare foreign fighters. E proprio nel capoluogo marchigiano Giuliano Delnevo, il ragazzo genovese morto ad Aleppo nel 2013 durante un combattimento, sarebbe stato arruolato per andare a combattere in Siria. Coincidenze, secondo gli inquirenti, che però meritano un approfondimento.