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Dopo la nota 'stizzita' a firma "L'Amministrazione comunale"
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La stizzita nota a firma "L'Amministrazione comunale" (chi? Gli assessori? I dipendenti comunali? I consiglieri?) con la quale viene stigmatizzata anche con pesanti allusioni economiche, la decisione con cui Primocanale ha scelto di sospendere la rubrica settimanale con il sindaco di Genova, Marco Doria, merita alcune precisazioni e anche un chiarimento sulle sgradevoli interpretazioni date a commento di questa nota.

Dal 2012 la nostra azienda ha ritenuto opportuno aprire uno spazio per un colloquio settimanale del nuovo sindaco con i suoi concittadini. Lo ritenemmo utile anche perché Doria era una persona abbastanza sconosciuta e relativamente fuori dalla solita politica. Caratterialmente, poi, non era quello che si definisce "un espansivo, un grande comunicatore" per cui offrirgli questa opportunità' diventava veramente un servizio. Per i cittadini, ma anche una importante vetrina per il primo cittadino. Ringraziamo Doria di avere accettato allora il nostro invito.

La situazione oggi è radicalmente cambiata. Siamo in piena campagna elettorale, e sarà una campagna lunga e dura nella quale non si giocherà solo il futuro di una persona, ma quello di una città e di tutti i genovesi. E Doria non ne sarà, logicamente, estraneo. Anzi. Basta che si chiarisca con la sua maggioranza. Lo ripeto. Doria è un signore per bene, molto per bene. L'onestà , lo sottolineiamo come se fosse una dote eccezionale, dovrebbe essere la qualità scontata soprattutto di un amministratore. Doria è educato e civile. Ora però questo non basta. 

Genova è allo stremo. I giovani sono fuggiti, se ne è andata una intera elite. Il lavoro manca, le aziende chiudono, i bus bruciano in strada spompati e si perde tempo bloccando i motorini vecchi, il degrado è visibile e avvilente, i progetti che vanno avanti sono antichi e in molti casi, lasciano parecchie perplessità. Ambiente favorevole per lobbies e oligarchie che pensano solo al loro tornaconto. Genova è isolata. Viviamo in una città ormai marginale in tutto, anche nella politica. Che ci sia o no, poco importa. Il bilancio di questa amministrazione ci sembra molto negativo. 

Noi abbiamo deciso di aprire la nostra "piazza mediatica" alla discussione, al dibattito, al confronto. Con tutti, non solo con il sindaco. Chiediamo una strategia, chiediamo prospettive. Il momento non consente privilegi politici per nessuno. Non consente vetrine mediatiche. Chi vorrà, interverrà. La porta sarà sempre aperta alle persone civili. Sarà chiusa ermeticamente per gli altri. Per chi insulta o lancia sospetti o, peggio, insinuazioni. 

Caro sindaco, io mi rivolgo a lei perché quando ero direttore, insieme all'Editore, l'ho convinta ad accettare la trasmissione. Mi rivolgo a lei e firmo, non mi rivolgo alla generica Amministrazione Comunale che sigla la sua nota. In questi quattro anni, con grande sincerità, non ho mai visto un suo cenno di apprezzamento per il servizio che Primocanale ha fatto. Mai una nota della sua Amministrazione Comunale. Mai un sms, una mail, una lettera o una telefonata. Mai una adesione alla nostra battaglia.

Primocanale, signor sindaco, è un'azienda come tante altre della sua città. Che vive e opera in una situazione difficile, in un territorio marginale. Una società privata. Con bilanci controllabili. Il servizio pubblico nazionale lo fa la Rai, con un contratto nazionale, dietro il corrispettivo di un canone. Per ora non lo fa "ufficialmente" Primocanale. Tutto quello che facciamo, con passione di tutti noi, dai giornalisti ai tecnici e agli amministrativi, è un "regalo" che sentiamo il dovere di fare. Per il bene che vogliamo a Genova.

Nessun obbligo, caro sindaco. Come per la sua rubrica. Nessuno.
E, infine, un accenno alle insinuazioni lette stamattina, circa finanziamenti della Regione di Toti a Primocanale. Nessun cambio di casacca a pagamento! Si tratta di un prestito che viene restituito, restituito sottolineo, con interessi. Nessuna regalia, nessun favore politico dal centrodestra!

In chiusura l'ultima lettura della nostra decisione, quella politica. Che il senatore Maurizio Rossi, un tempo presidente di Primocanale, stia per scendere in campo come candidato-sindaco. Da giornalista vecchio e usurato penso, per quanto lo conosco, che non lo farà. Ma stia sereno, sindaco, se lo facesse non farei io il presidente di questa azienda. Nemmeno per un minuto. Se lei un po' mi conosce non avrà dubbi.