L'ingresso di Finmeccanica nel capitale di Piaggio Aerospace ha una strada obbligata: lo spezzatino dell'azienda che oggi ha sede a Villanova d'Albenga. Perché a Mauro Moretti, il numero uno della società di Piazza Monte Grappa, interessano solo i droni. Piaggio li produce (in particolare il P.1HH Hammer Head) e la divisione Selex Es vi partecipa al 40 per cento. In più, Finmeccanica ha già i suoi e punta a essere protagonista di questo mercato, che nei prossimi anni vale potenzialmente almeno 45 miliardi.
Il disegno di Moretti è sufficientemente chiaro, ma collide con la linea dei sindacati, che invece non vogliono neanche sentir parlare di una Piaggio fatta a pezzi. "Il solo ragionamento serio che possiamo accettare - dicono all'unisono Fiom, Fim e Uilm - è coinvolgere nel processo l'intera azienda, quindi comprendendo anche velivoli e service".
Ma qui casca l'asino. Nella visione di Moretti, Finmeccanica ha già subito la trasformazione da holding (che controllava tutta una serie di società operative) a "one company" (un unico gruppo con divisioni dedicate alle diverse filiere di business) e in questo contesto non c'è più spazio per operazioni di salvataggio di stampo politico, così come avvenuto in passato.
Non che la politica non c'entri, visto che il governo sta giusto nel mezzo e ancora non si capisce quali pesci voglia prendere, ma certamente siamo di fronte a due progetti - quello di Moretti e l'unitarietà di Piaggio sostenuta dai sindacati - che hanno filosofie opposte.
La cosa drammatica è che, a bocce ferme, hanno ragione l'uno e gli altri. Il capo di Finmeccanica, infatti, persegue un obiettivo, la concentrazione del gruppo sul "core business" difesa e aerospazio, in nome del quale ha già pesantemente ridotto il ruolo strategico di Finmeccanica. Era una conglomerata attiva in più settori, comprese rilevanti attività civili quali energia (Ansaldo) e trasporti (Ansaldo Sts e Breda, vedi al pasticcio vendita a Hitachi), che ha cambiato pelle e dimensione.
Adesso piace certamente di più alla concorrenza americana, britannica, francese e tedesca, che non vedeva l'ora di disfarsi di quella fastidiosa presenza italiana, ma a cose fatte, e presa la strada del ridimensionamento, non c'è più il margine affinché Finmeccanica apra il dossier dell'ingresso in tutta la Piaggio (non si può dimenticare lo strappo avvenuto quando Moretti ha imposto di sfilare Alenia dalla collaborazione con Piaggio e altri partner sui velivoli) anziché solo nella parte che riguarda la produzione e commercializzazione dei droni. La cosa si traduce così: Finmeccanica rileva il ramo d'azienda in posizione di controllo e la componente Piaggio, leggi Mubadala, sarà socio di minoranza. Rilevante, ma minoritario.
In questo scenario, dunque, politicamente non c'è alternativa. O si percorre la linea tracciata da Moretti o non se ne fa nulla. A meno che sia il premier in persona, Matteo Renzi, a prendere il pallino in mano. Intervenire è già intervenuto, per ricucire i rapporti (difficili anche per un credito vantato e non ancora riscosso da Selex Es) fra il boss di Finmeccanica e gli Emirati Arabi, che attraverso il fondo Mubadala controllano il 100% di Piaggio, ma una cosa è fare un'azione diplomatica di questo genere, un'altra imporre a Moretti una scelta industriale - entrare in tutta la Piaggio - incoerente con le decisioni portate avanti finora.
Eppure questo sarebbe l'unico modo per avere i sindacati dalla propria parte e dare a tutti i lavoratori Piaggio le necessarie garanzie per il futuro (ora c'è la cassa integrazione e la certezza del pagamento solo dei prossimi due stipendi, vista la crisi di liquidità dell'azienda causata anche da ritardati pagamenti di commesse statali che ora sembrano sbloccarsi).
Difficile immaginare che in cima ai pensieri di Renzi ci siano i sindacati. Dall'avvento del suo governo, non ha perso occasione per scontrarsi con Cgil, Cisl e Uil, quindi... Altro discorso sono i lavoratori. Il premier non può non avere consapevolezza che andare allo spezzatino nudo e crudo della Piaggio significherebbe abbandonare centinaia di persone a un destino segnato, vista l'indisponibilita' del fondo Mubadala a investire nella parte giudicata meno remunerativa dell'azienda. E allora una exit strategy dovrà inventarsela.
Con alle porte le elezioni amministrative e poi il referendum d'autunno sulle riforme costituzionali, e magari nel 2017 pure le elezioni politiche, Renzi non può permettersi il lusso di farsi la fama dello sfascia-imprese, considerato che Finmeccanica è pur sempre controllata dal Tesoro. Così, magari, la soluzione potrebbe essere un compromesso tipicamente all'italiana: Moretti accetta di entrare in tutta la Piaggio e poi si becca la promozione a ministro. Qualcosa da fargli fare al governo, Renzi può di sicuro trovarla.
economia
Con Finmeccanica in Piaggio sarà "spezzatino", ma se Renzi...
La crisi dell'azienda genovese e i possibili sviluppi
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