“Moderatamente soddisfatto” si è definito l’assessore regionale alla portualità della Liguria Edoardo Rixi a valle della Conferenza Stato-Regioni che ha visto il recepimento da parte del Governo di alcune proposte emendative, presentate dagli enti locali, al decreto legislativo di riforma portuale. La soddisfazione deriva dal superamento dell’impasse della scorsa settimana, anche se il risultato non è certo pieno per quelle Regioni, Liguria e Campania in primis, ma anche Sicilia, che speravano di poter più direttamente intervenire sugli accorpamenti delle Autorità Portuali dei propri territori.
La proposta accolta prevede che le Regioni potranno, entro 2 mesi dall’approvazione del decreto legislativo, presentare un’istanza motivata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere di mantenere, comunque per un periodo massimo di 36 mesi, l’autonomia amministrativa delle Autorità Portuali destinate alla soppressione.
Con modalità similari le Regioni potranno chiedere l’inserimento di scali nelle AdSP, anche di altri territori (l’Abruzzo potrà ad esempio chiedere che Ortona rientri nella giurisdizione dell’AdSP di Civitavecchia). Ma, anche in caso di accoglimento dell’istanza, a regolare il contenuto sostanziale di questa “autonomia amministrativa” sarà un Decreto del Presidente del Consiglio. Da qui la cautela di Rixi, “convinto che la riforma continui ad avere un approccio troppo centralista, che rischia di irrigidire la gestione degli scali”. Valutazione che vale anche per il capitolo distretti logistici.
Le Regioni avrebbero voluto mano libera, ma il compromesso raggiunto col Governo prevede che sia il tavolo nazionale di coordinamento, in seno al Mit, a favorire (previo passaggio in Conferenza Stato-Regioni) gli Accordi di Programma Quadro necessari ad inquadrare specifiche collaborazioni sovraterritoriali, come quella cui da tempo, in ambito logistico, stanno lavorando Liguria, Piemonte e Lombardia.
Di fatto accantonata l’ipotesi di trasformare le Autorità di Sistema Portuale che lo ritengano utile in Spa. Il tema, infatti, sarà affrontato e discusso, solo dopo l’approvazione del decreto, da un tavolo tecnico fra Mit e Conferenza, che verrà istituito in base all’unico emendamento che le Regioni hanno chiesto e ottenuto per dare il proprio parere positivo all’approvazione del Piano Nazionale della Portualità e della Logistica, l’altro punto (l’unico soggetto a intesa, (l’unico soggetto a intesa, cui le Regioni hanno di fatto vincolato le proprie richieste in materia di riforma portuale) all’ordine del giorno odierno in materia di portualità.
Risultato migliore – ma l’accordo in questo caso era dato quasi per scontato – su alcune proposte più tecniche delle Regioni, recepite in toto e riguardanti la più agevole possibilità per le Regioni stesse e per i Comuni di utilizzare, in materia di Piano Regolatore Portuale, gli strumenti della variante-stralcio e dell’adeguamento tecnico-funzionale.
A questo punto il testo del decreto, integrato con le suddette modifiche, passerà all’esame delle commissioni parlamentari competenti prima di tornare al Consiglio di Stato. “A mio avviso si arriverà all’approvazione definitiva in estate” ha concluso Rixi.
porti e logistica
Il Governo incassa l’ok delle Regioni alla riforma portuale
Compromesso raggiunto, a “vincere” è l’esecutivo
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