cronaca

Il presidente di Coni Liguria: "Potrà ospitare 14 discipline sportive"
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Non chiamatelo Palazzetto dello Sport. Il presidente del Coni Liguria, Vittorio Ottonello, porta in esclusiva a Primocanale le carte della futura “Casa dello Sport”, come l'hanno chiamata i suoi sostenitori. Il progetto per dare lustro alla struttura semi abbandonata in area Fiera è già sul tavolo di Comune, Regione e Spim. Sogno o realtà? Dal quartier generale del comitato olimpico sono sicuri: “Si può fare”.

Una struttura completamente dedicata allo sport. Anzi, agli sport: quattordici, per la precisione, quelli che il nuovo palazzetto potrà ospitare. “Finalmente, dopo vari tentativi siamo riusciti a decollare – commenta Ottonello, intervistato dal direttore Giuseppe Sciortino – La spinta definitiva l'ha data Renzo Piano quando, in una delle prime bozze del Blue Print, proponeva di trasformare il Palasport in una darsena coperta. Da lì ci siamo mossi in modo molto duro, volevamo fosse rispettata la sua vecchia funzione”.

Si comincerà con le demolizioni. Al centro, uno spazio di 50 metri di diametro con quattro campi: volley, basket, pallamano e pattinaggio. Ci sarà un'area dedicata alle arti marziali e una per la ginnastica artistica. E poi ancora tiro con l'arco, danza sportiva, scherma, roccia e badminton, tennis tavolo. Ogni disciplina coi propri servizi dedicati. Un sistema di tribune mobili consentirà di ampliare o ridurre gli spazi per il pubblico a seconda delle esigenze. Per i grandi eventi la capienza arriverà a 2500 spettatori. Sotto il piano terra, parcheggi.

Se il progetto verrà realizzato, Genova sarà la prima in Italia ad avere una Casa dello Sport come questa – spiega Ottonello – negli anni passati il Palasport stato molto sacrificato, a parte qualche grande evento come il motocross, il Rally della Lanterna e poco altro. Il presidente Toti è intusiasta dell'idea, lo studio di fattibilità lo abbiamo fatto noi a costo zero”. Il progetto definitivo, invece, sarà piuttosto dispendioso: 50 milioni. Chi ce li mette? “Gli enti pubblici non spenderanno un euro, ma sappiamo per certo che ci sono investitori disposti a finanziare la prima parte. Certo, se i tempi si dilateranno, potrebbero cambiare idea”.

Insomma, tutto dipenderà dal Blue Print. “Se parte il primo lotto, quello fino all'ex Nira, i soldi arriveranno. E i costi verranno ripianati, perché questa struttura soddisferebbe non solo le esigenze locali, ma sarebbe in grado di ospitare grandi eventi sportivi”.

Ma il Comune non ha ancora chiarito da dove prenderà i soldi per l'opera. "Gli investitori devono sapere in che contesto muoversi e ogni giorno che passa rischiamo di allontanarli", ammonisce il presidente Ottonello. A Palazzo Tursi l'ultima parola sul sogno della Genova sportiva: infrangerlo o lasciarlo decollare.