cronaca

Lavoratori infuriati sugli spalti, Doria irremovibile: "Non è privatizzazione"
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Tra proteste e insulti, in un Consiglio comunale caotico e blindato, è passata la delibera sulle modifiche allo statuto di Iren e i patti parasociali. Un'ottantina di lavoratori infuriati ha assistito dagli spalti interrompendo più volte i lavori, gli altri sono rimasti bloccati fuori dalla Polizia, che ha presidiato via Garibaldi con le camionette.

COSA PREVEDE - La proposta di delibera prevede la sostituzione di un articolo dello statuto di Iren secondo il quale 'i Comuni devono avere il 51% delle azioni' con la formula 'i Comuni sono impegnati ad avere il 50% più uno dei diritti di voto in assemblea' introducendo così il voto maggiorato. Una scelta che favorisce la partecipazione degli azionisti, anche di minoranza, in possesso di azioni Iren da almeno 24 mesi, ma non garantisce più al Comune la maggioranza sulle decisioni da prendere. Un odg approvato da Lista Doria-Pd-Sel impegna il sindaco a mantenere inalterata la struttura societaria di Fsu e a sottoporre all'approvazione del consiglio comunale l'eventuale proposta di cessione di quote azionarie di Iren Spa e la destinazione di eventuali proventi

"ALTRO CHE PRIVATIZZAZIONE" - A sindacati e lavoratori sul piede di guerra per quello che ritengono "l'apripista alla privatizzazione della società", il sindaco ha ribattuto: "Con il voto maggiorato garantiamo il controllo pubblico di Iren, il Comune di Genova non ha intenzione di vendere le azioni - ha detto Doria - con ben 11 consiglieri su 13 nominati dai Comuni nel cda, altro che privatizzazione". Doria aveva auspicato il sì alla delibera "per evitare ripercussioni negative sul titolo di Iren SpA" in vista dell'assemblea a maggio. 

CHI HA VOTATO - I sì sono stati 17, 9 i no, 8 gli astenuti su 34 consiglieri presenti. Favorevoli Pd, Lista Doria, Sel, Possibile e Udc. Contrari FdS, M5S, Progresso Ligure, i consiglieri del Gruppo Misto Mario Baroni e Salvatore Mazzei. Astenuti Percorso Comune, Forza Italia, FdI-An, Ncd, Lista Musso e il consigliere del Gruppo Misto Francesco De Benedictis. La Lega Nord ha abbandonato l'aula al momento del voto.

TENSIONE IN CONSIGLIO -  "CHESSarà della sinistra non si sa", recitavano le magliette dei lavoratori Iren, che in questo modo hanno preso di mira il consigliere Chessa (Sel), che ha annunciato il suo sì alla delibera. Dopo il suo intervento in aula sono partite grida e insulti dagli spalti. Il presidente Guerello ha sospeso i lavori per poi restituire la parola al capogruppo della Lega Nord, Alessio Piana. Chessa, che ha ricevuto la solidarietà personale del Pd per "l'attacco personale" subito, stava evidenziando come "il voto maggiorato sia uno strumento positivo per riprendersi il controllo pubblico di Iren, non uno strumento per la privatizzazione".

CHIUSI FUORI -
Un'ottantina di lavoratori sono stati fatti salire per assistere alla seduta insieme ai rappresentanti sindacali, mentre diverse decine sono stati bloccati dalla polizia che ha transennato la parte di via Garibaldi antistante l'ingresso del Comune da entrambi i lati. Le forze dell'ordine erano presenti sul posto con diversi agenti e più camionette. "È assurdo che non ci abbiano fatto salire, è questo il Comune, la casa dei cittadini?", è il lamento dei lavoratori rimasti fuori.

LA REAZIONE - "Iren non rispetta gli accordi sulle assunzioni, ostacola il confronto sulla riorganizzazione del Gruppo e mette in pericolo anche gli operai edili degli appalti, vittime delle scelte dei mancati indirizzi dell'amministrazione. Occorre sospendere i bandi gara per consentire l'immediata attivazione del confronto. Non consentiremo la perdita di un solo posto di lavoro", dice Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria.