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"Le ragioni della rottura sono da ricondurre alle condizioni inderogabili e non negoziabili poste da Federdistribuzione per la sigla del contratto", afferma una nota dei sindacati. I punti contestati sono la destrutturazione del sistema di inquadramenti utilizzando la leva del jobs act, l’imposizione di norme destinate a consentire alle aziende di derogare a tutte le norme del futuro contratto anche in assenza di accordo tra le parti a livello aziendale e la definizione di aumenti salariali insufficienti secondo i sindacati.
"Porre a 28 mesi dall’inizio dei negoziati tali condizioni inderogabili e non negoziabili dimostra che l’asserita volontà di Federdistribuzione di realizzare un’intesa è priva di fondamento. Federdistribuzione vorrebbe imporre un diktat inaccettabile attraverso cui realizzare un evidente vantaggio competitivo a danno dei propri dipendenti", prosegue la nota.
"In aggiunta a ciò è emersa una palese la volontà di Federdistribuzione di modificare in peggio le norme contrattuali sul mercato del lavoro, l’orario di lavoro e la bilateralità, con particolare riferimento ai sistemi di welfare (assistenza e previdenza integrative), determinando un danno aggiuntivo per i dipendenti delle imprese ad essa associate". Insomma, sarà di nuovo sciopero in supermercati e negozi aderenti. A questo si aggiungono altre otto ore di astensione che verranno gestite a livello locale.
IL COMMENTO
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