
Fino a due mesi fa – per esempio - il Frosinone non aveva mai vinto in trasferta, mentre da allora ha espugnato Empoli e Verona, dove a marzo si è imposto anche il Carpi, tornato in corsa grazie alla vittoria sul Genoa decisa anche dagli svarioni dell'arbitro Rizzoli. Ecco, si fa strada l'impressione che la Sampdoria “pesi” poco, forse addirittura meno delle due neopromosse esordienti provinciali, che l'estate scorsa Lotito, parlando chissà se da presidente della Lazio o da dirigente Figc, aveva definito una iattura per il sistema. In più il calendario non favorisce la Sampdoria, attesa da un trittico conclusivo (Palermo, Genoa, Juventus) terribile.
Il margine sulla terzultima non è minimo, ma coi tre punti a vittoria e cinque gare ancora da giocare resta insufficiente per considerare archiviata la pratica. Sassuolo e Lazio sono snodi cruciali, da sfruttare al meglio: in cinque giorni la Sampdoria si gioca la stagione. Nella speranza che un esito positivo, da tutti desiderato, non si trasformi nel colpo di spugna su una massa enorme di errori da non ripetere, dall'inusitato andirivieni di mercato alla scelta estiva dell'allenatore, fino alla cessione invernale del miglior elemento in rosa; errori forse compiuti per la più o meno inconscia adesione al pensiero che in avvio di campionato avevano tutti, ovvero che "con Carpi e Frosinone in A, quest'anno è impossibile retrocedere". Emiliani e ciociari sono invece ancora lì, neppure troppo distanti: guai a non vederli.
IL COMMENTO
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