cronaca

Il disastro ambientale mette a rischio 250 lavoratori dell'impianto
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Il disastro ambientale del Polcevera ha innescato una spirale di preoccupazione che va da Pegli, dove il petrolio è arrivato sulla spiaggia, fino a Busalla, dove ha sede la Iplom. Ed è proprio questo il percorso che fa il greggio, passando per le vallate di Borzoli e Fegino. Una fonte di incidenti, di inquinamento ma anche di lavoro, soprattutto qui in Valle Scrivia.

“A Busalla viviamo entrambi gli aspetti – dice il sindaco Loris Maieron – sia i disagi per l’ambiente sia la vicenda occupazionale. Siamo preoccupati”. Sì, perché dopo lo sversamento di domenica sera l’azienda ha parlato di cassa integrazione. Oltre 250 i lavoratori della Iplom che rischiano di rimanere a casa, perché con un solo oleodotto attivo l’impianto non può andare a regime. L’altro è quello posto sotto sequestro.

“Naturalmente tutto questo è vissuto con ansia dalla popolazione”, conferma Maieron. Il dialogo con l’azienda è costante: “C’è sempre stato, gli incontri ci sono, ci siamo rapportati con loro per il nuovo Puc. Chiaro che è un’azienda a rischio incidente rilevante, è seguita da tutti gli enti preposti. Stiamo facendo tutto ciò che prevedono le normative”.

Intanto a Fegino si chiede a gran voce la chiusura: “Iplom se ne deve andare”. Busalla come risponde? “È una situazione difficile. Ci sono enti preposti perché le aziende lavorino in sicurezza e rispettino leggi, normative e controlli”. Ma intanto l’incidente è arrivato. E qui a Busalla, come sul Polcevera, si tiene il fiato sospeso.