economia

A margine della commemorazione dei deportati dell'allora Oto Melara
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"Sulle pensioni c'è ancora tutto da fare: il sistema si è dimostrato profondamente ingiusto, verso i giovani e verso chi lavora da tanti anni, e rispetto a chi è già in pensione e vede peggiorare il suo reddito. Un sistema che non funziona bisogna correggerlo". Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine della commemorazione dei deportati dell'allora Oto Melara e alla celebrazione del 25 Aprile tenutasi nello stabilimento Finmeccanica della Spezia.

"Non si può pensare di scaricare o sui giovani o su chi vuole andare in pensione le soluzioni fai da te", ha aggiunto Camusso. "Bisogna avere il coraggio di dire che il sistema non funziona e bisogna fare un sistema funzionale alla solidarietà, per dare a tutti la certezza che c'è una previdenza pubblica, e per non costruire generazioni di poveri".

Il segretario della Cgil ha parlato anche dei temi legati al lavoro. "Quello sui voucher è un intervento tardivo che non affronta il problema. Le modalità e gli abusi, la sostituzione di lavoro che era organizzato e contrattualizzato, la sommersione di lavoro che si è determinata con i voucher non si risolve dicendo che sono tracciabili e vanno attivati in un momento o in un altro. Il problema si risolve abolendo un istituto che ha dimostrato di essere il canale attraverso cui si disperde lavoro o lo si sommerge, e lo si peggiora, è un istituto che si presta a moltissimi abusi".

"Credo - ha proseguito Camusso - che quando ci si accorge che uno strumento non funziona non bisogna metterci i cerotti, bisogna aver il coraggio di dire che è uno strumento sbagliato e va abolito o attuato con modalità diverse. Noi siamo un grande Paese produttore di vino ma nessuno può raccontare che uno strumento nato per regolarizzare le vendemmie possa avere le dimensioni che ha oggi, quindi c'è qualcosa che non va e non basta far finta di medicarlo attraverso la tracciabilità".