
Mentre il listino è avanzato e in generale l'intero comparto bancario ha registrato delle buone performance, con rialzi anche significativi, Carige si è distinta per il segno meno, dopo che proprio venerdì aveva compiuto un clamoroso balzo del 18 per cento. Certamente pesano anche le attese per il nuovo piano industriale, che entro fine mese dovrà essere presentato alla Bce, e i rumor relativi a una certa insistenza di Francoforte affinché Carige cerchi rapidamente un partner con il quale convolare a nozze. Ma non c'è dubbio che nel combinato disposto degli elementi che hanno penalizzato il titolo compaia pure l'azione di responsabilità contro gli ex vertici.
La mossa è tanto più sotto i riflettori degli investitori anche alla luce del fatto che secondo alcune fonti i bersagli delle contestazioni non subiranno supinamente la cosa, per cui è ragionevole prevedere una disputa giudiziaria destinata a protrarsi e a provocare ulteriori turbolenze intorno a Carige, che affannosamente sta cercando di riguadagnare un minimo di equilibrio.
Su tutto, poi, continua a pesare l'incognita riguardante i no performing loans, cioè la batteria di crediti deteriorati - circa 3,5 miliardi di euro - dei quali la banca ligure dovrà in qualche modo disfarsi. Un'altra offerta di Apollo, che si era proposto di rilevarli pagando il 18 per cento e varando un aumento di capitale che l'avrebbe fatto diventare il primo azionista, è stata respinta dal nuovo,direttorio di Carige poco dopo il suo insediamento.
La partita, però, resta aperta. La banca sta valutando quali possano essere i crediti ancora recuperabili e confiderebbe anche su un possibile intervento di Atlante, il fondo appositamente costituito proprio per fronteggiare la crisi dei crediti deteriorati dell'intero sistema bancario italiano - oltre 200 miliardi - ma l'incertezza sulla vicenda certo non aiuta il corso del titolo in Borsa.
IL COMMENTO
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