cronaca

Il presidente della Commissione d'inchiesta: "In Liguria molte 'famiglie invisibili'"
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"L'operazione della polizia a Genova, con l'arresto di otto persone per associazione per delinquere di stampo mafioso attive soprattutto nel traffico illecito di rifiuti, conferma la necessità di un'azione preventiva e di contrasto di realtà criminali strutturate, potenzialmente interessate anche al ciclo dei rifiuti, anche se non attualmente implicate, come già è stato evidenziato lo scorso ottobre dalla commissione bicamerale inchiesta sui rifiuti con l'approvazione della relazione sulla Regione Liguria".

Lo scrive in una nota il deputato Pd Alessandro Bratti, presidente della Commissione d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. "In Liguria - spiega Bratti - si evidenzia la presenza di numerose famiglie che in questi anni hanno tentato di infiltrarsi nel tessuto sociale e economico rendendosi 'invisibili' per approfittare delle occasioni che l'economia legale offre. Ad esempio, attraverso l'affidamento di appalti e subappalti di servizi, a partire da quelli relativi al ciclo di smaltimento dei rifiuti. Il bassissimo know how richiesto e l'ampio margine di guadagno generato dalla gestione del ciclo dei rifiuti e del movimento terra, insieme alle limitate capacità di ricezione dei rifiuti da parte delle discariche disponibili e al basso livello di raccolta differenziata, rendono questa regione molto appetibile per imprese collegate alla criminalità organizzata".

"Segnali allarmanti - conclude Bratti - che sinora sono sfociati in un numero di accertamenti e indagini limitati ma che ci deve spingere a alzare l'attenzione su una pluralità di aspetti gestionali e sull'esigenza di razionalizzazione della stessa gestione, di una efficace pianificazione e effettiva attuazione dei piani in materia di rifiuti da parte della Regione".