Un altro passo verso l'approvazione della Riforma dei porti. Il ministro Graziano Delrio ha risposto per l'ultima volta alle domande dei senatori della Commissione trasporti. Giovedì verrà consegnato il parere che, sommato a quello delle Regioni e alle considerazioni del Consiglio di Stato, fornirà al ministro le indicazioni per varare il testo definitivo. A questo punto potrebbero essere concordati tra le Regioni e Delrio i presidenti delle nuove Autorità di sistema per chiudere, entro pochi mesi, con i commissariamenti della attuali Autorità Portuali.
“Il sistema italiano portuale attualmente è debole. Dobbiamo cambiare immediatamente organizzazione o perderemo sempre più traffici. Basta farci guerra tra poveri. Le innovazioni non sono solo per il gusto di fare una riforma, ma per rispondere a una classifica che vede l'Italia perdere posizioni”, ha detto il ministro durante la relazione. Un intervento che ha posto l'accento sui principi ispiratori della riforma: accorpare, creare sistema, sveltire il processo decisionale e puntare sulla logistica. “Alla Baviera e alla Svizzera non interessa trattare con autorità portuali di città con 40 mila abitanti. Interessano il Nord Tirreno, il Nord Adriatico, sistemi portuali molto più ampi”.
Uno dei punti più discussi è quello delle proroghe. Le Regioni potranno chiedere altri 36 mesi dall'entrata in vigore del testo prima di procedere agli accorpamenti sotto le varie autorità di sistema. Molti, come il senatore Maurizio Rossi (Liguria Civica) e lo stesso Consiglio di Stato, ritengono che si tratti di un tempo troppo lungo, “col rischio che autorità moriture, nel tentativo di contrastare la riforma, prendano decisioni in grado di condizionare il lavoro di quelle autorità”, spiega Rossi. Delrio ricorda che “con le Regioni c'è un accordo chiuso, quindi manterremo l'impegno”, cercando di accompagnare le autorità interessate con una “soft suasion” per far capire l'importanza del progetto di riforma.
Altro tema caldo è quello dei presidenti. Genova è ancora nelle mani del commissario Pettorino, ma non è l'unica realtà italiana ad essere traghettata da una figura pro tempore. Rossi sottolinea che “i tempi sono troppo lunghi se si parla di ottobre”, ma Delrio assicura che “grazie anche al vostro lavoro, spero di avere i presidenti entro l'estate”. Specificando, però, che “il presidente credo sia giusto che lo nomini il ministro. Questo non è un accentramento, ma un'assunzione di responsabilità da parte del Governo”. In pratica viene ribadito il potere d'indirizzo del Governo mentre si pone una barriera alle ingerenze delle Regioni, che pure dovranno dire la loro.
All'attenzione del ministro è stata portata anche la problematica delle concessioni portuali. “A che punto è il regolamento della legge 84/94? Si dice sempre che è in arrivo, ma non la vediamo mai”, chiede il senatore Rossi. Delrio non dà indicazioni in merito ma specifica, nel corso della relazione introduttiva, che quella legge “era molto buona, ma è stata fatta vent'anni fa quando tante cose ancora non c'erano”. In generale il ministro concorda sulla necessità di una disciplina omogenea a livello nazionale.
“Questa riforma cerca di staccare nettamente l'ingessamento dei comitati portuali, con conflitti di interessi senza pari nel resto dell'Europa. Le audizioni hanno chiarito come tutti i soggetti intervenuti trovano il modo di influire e cercare di lasciare mano libera ad autorità locali. Dobbiamo lavorare con forza per impedirlo”, continua il senatore Rossi. E ancora: “Le autorità portuali non detenere partecipazioni in società controllate, che negli ultimi anni sono proliferate”. Altre domande hanno messo al centro le funzioni del tavolo di partenariato locale, da chiarire “per impedire indebite ingerenze” e l'accelerazione delle procedure per i piani regolatori portuali. Delrio si è detto pronto a raccogliere ulteriori suggerimenti nel parere finale.
porti e logistica
Riforma dei porti, Delrio insiste: "Nomi dei presidenti entro l'estate"
Ultima audizione in Commissione al Senato prima del parere definitivo
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